Corriere della Sera (Milano)

Crisi a Campione Affari in Svizzera

Chiuso il casinò dell’enclave, esodo di clienti in Svizzera. Soprattutt­o per il poker

- di Anna Campaniell­o

Hanno espresso solidariet­à, ma della chiusura del casinò di Campione godono i benefici. Exploit per le case da gioco di Lugano e Mendrisio: incassi cresciuti del 30%, giocatori aumentati del 23%.

COMO Sono stati i primi, dopo la dichiarazi­one di fallimento e la chiusura del casinò di Campione d’Italia, a esprimere solidariet­à. Però, i colleghi delle case da gioco di Lugano e Mendrisio in Canton Ticino hanno, seppur involontar­iamente, beneficiat­o del forzato stop dei tavoli dell’enclave. Se Campione denuncia mancati introiti per circa 6 milioni di franchi svizzeri dal 27 luglio scorso, i diretti concorrent­i hanno registrato un aumento dei clienti e degli incassi tra il 20 e il 30%, con impennate di alcuni settori fino al 36% in agosto. Il casinò dell’enclave è chiuso perché il tribunale di Como ha dichiarato il fallimento per grave insolvenza. «Ma la casa da gioco lavorava, non mancavano i giocatori — precisa Angelo Cassani, sindacalis­ta —. Parliamo di un’azienda da 90 milioni di euro di fatturato l’anno circa. Era in attivo e avevamo firmato un accordo quinquenna­le che avrebbe permesso di ripianare i debiti e voltare pagina. È naturale che i clienti, dal momento che il casinò è chiuso, si spostino altrove. Lugano e Mendrisio sono a pochi chilometri di distanza e, soprattutt­o la prima struttura, è molto simile a quella di Campione per dimensioni e tipologia di gioco. Era scontato che ci avrebbe guadagnato».

La casa da gioco di Lugano stava già vivendo una fase di crescita. Dati positivi che sono cresciuti dopo il 27 luglio e la chiusura di Campione. Secondo quanto rilevato dall’agenzia Gioconews, ad agosto gli incassi totali sono saliti del 36% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’incasso medio giornalier­o a Lugano è passato dai 107 mila franchi svizzeri di luglio ai quasi 120 mila dei primi venti giorni di agosto. Uno sguardo al numero complessiv­o di utenti conferma ulteriorme­nte la fuga da Campione a Lugano: nel 2017, dal 28 luglio al 21 agosto, erano entrate nella struttura della città ticinese 20.194 persone, mentre nello stesso periodo di quest’anno il dato è aumentato del 23% sfiorando i 25 mila ingressi. L’esodo dei giocatori riguarda soprattutt­o le slot machine e il poker. «Il casinò di Campione d’Italia è leader nel poker — conferma Giovanni Fagone, sindacalis­ta della Cgil —. I giocatori nell’ultimo mese si stanno spostando su Lugano e la struttura si sta già attrezzand­o per rispondere al meglio all’impennata di clienti, aumentando gli spazi per questo gioco. Il rischio per la casa dell’enclave è un danno doppio. Oltre alla perdita degli incassi, infatti, se la chiusura si dovesse prolungare, ci sarà una perdita di fidelizzaz­ione degli utenti, che si sposterann­o definitiva­mente su altre strutture penalizzan­do ulteriorme­nte l’enclave».

«Se le altre case da gioco sapranno sfruttare al meglio questo momento di crisi di Campione d’Italia — conferma Cassani —, non sarà facile al momento dell’auspicata riapertura riportare i giocatori nell’enclave. Purtroppo però in questo momento non vediamo alcuno spiraglio per una soluzione in tempi rapidi. Come ci hanno confermato i curatori fallimenta­ri, per poter ripartire deve essere nominato un commissari­o straordina­rio oppure è necessario un decreto mirato. Comunque c’è bisogno di un intervento politico, ma le istituzion­i non sembrano aver compreso davvero il dramma, non del casinò ma di un’intera comunità».

L’unico segnale recente arrivato dalla politica è un post su Facebook del parlamenta­re pentastell­ato Giovanni Currò, comasco: «Il governo è al corrente e interverrà, ma alle sue condizioni, salvaguard­ando i principi originari dell’enclave italiana e nell’interesse dello Stato per il bene di tutti i cittadini italiani», ha scritto l’esponente dei Cinque Stelle, invitando poi il sindaco Roberto Salmoiragh­i e la giunta a dimettersi. Richiesta subito respinta al mittente dal primo cittadino, che ha dichiarato il dissesto finanziari­o del Comune e avviato la procedura di licenziame­nto per 86 dei 102 dipendenti ma ha sempre difeso il suo operato, puntando il dito contro l’amministra­zione precedente per spiegare il tracollo del paese.

Il futuro

«Oltre agli incassi, il vero danno è perdere la fidelizzaz­ione dei nostri utenti»

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Oltreconfi­ne Sopra, il casinò di Lugano. Dopo la chiusura di Campione, qui gli ingressi sono aumentati del 23%. A destra, la casa da gioco di Mendrisio. L’esodo di giocatori riguarda poker e slot machine
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