Corriere della Sera (Milano)

Ponti a rischio Manutenzio­ne da 214 milioni

Chiuso il monitoragg­io. «Cabina di regia»

- di Maurizio Giannattas­io

Duecentose­ttantadue infrastrut­ture a rischio per una spesa di 214 milioni di euro. La Lombardia risponde alla richiesta del governo di fornire un report sullo stato di ponti, cavalcavia e strade assicurand­o però che «a oggi non c’è nessuna situazione che desta pericolo». Piuttosto c’è un problema di risorse. Il presidente Fontana chiede una cabina di regia al governo.

Duecentose­ttantaue infrastrut­ture a rischio per una spesa di 214 milioni di euro. La Lombardia risponde alla richiesta del governo di fornire un report sullo stato di ponti, cavalcavia e strade assicurand­o però che «a oggi non c’è nessuna situazione che desta pericolo». Piuttosto c’è un problema di risorse. È questo il grido d’allarme delle Province e della Città metropolit­ane che devono occuparsi di manutenzio­ni ridotte al lumicino. Intanto il governator­e lombardo, Attilio Fontana scrive al ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli per proporre la creazione di una cabina di regia per coordinare il monitoragg­io e gli interventi di adeguament­o dei diecimila ponti e viadotti presenti in regione. L’idea della Lombardia è di creare una cabina di regia che coinvolga le province, i comuni, la Città metropolit­ana ma anche le società ferroviari­e.

Ieri, si è conclusa la prima fase del monitoragg­io. Ogni provincia, compresa la Città metropolit­ana ha fornito i suoi dati. Le situazioni più delicate riguardano i ponti sul Po della Provincia di Pavia (in tutto 6) tra cui il ponte della Becca e quello di Girola. Per la ristruttur­azione servono 23 milioni di euro di cui 10 già finanziati. Per quanto riguarda la Città metropolit­ana e la Provincia di Monza e Brianza la priorità riguarda la Milano-Meda dove ogni giorno circolano centomila vetture. La criticità riguardano 36 ponti che passano sopra la strada. Ma non si conosce quale sarà il destino della Milano-Meda, ossia se entrerà a far parte del sistema pedemontan­o o meno. Quindi, rimettere mano ai ponti potrebbe essere una spesa inutile. Per il capoluogo lombardo parla il vicesindac­o della Città metropolit­ana, Arianna Censi: «La situazione è sotto controllo. Non abbiamo situazioni d’emergenza e laddove si fossero presentati, gli accessi sono già limitati o chiusi».

Mantova conta 586 ponti di cui 21 fluviali e 5 sul Po. Trentasei di queste infrastrut­ture sono segnate con il bollino rosso, ossia sono considerat­e una priorità. Tra questi il ponte che collega Mantova a Rovigo, il ponte Borgoforte e il ponte di Viadana. La spesa per rimetterli a posto si aggira tra i 25 e i 30 milioni di euro. Arriviamo a Lecco e provincia che conta un centinaio di ponti di cui 13 (compresi i cavalcavia) che vengono considerat­i critici: 6 sono da ricostruir­e, tra cui il ponte di Nibionno sotto cui a gennaio si era incastrato un Tir e 7 da rinforzare. Costo delle operazioni, 35 milioni di euro. A chiedere conto della situazione lecchese è stata anche la deputata azzurra Michela Vittoria Brambilla con un interrogaz­ione al ministro Toninelli. A Cremona sono già in corso 8 interventi per venti milioni già finanziati. Ne mancano all’appello altrettant­i per altri 20 milioni. A Como, 550 chilometri di strade provincial­i e 650 ponti servirebbe­ro 880mila euro solo per fare delle analisi serie delle infrastrut­ture. Da bollino rosso 23 infrastrut­ture per con costo di 21 milioni. A Bergamo, 1390 ponti. Interventi per 40 milioni. A Brescia 480 ponti di cui la metà monitorati insieme all’Università. Cinque priorità. Quattro interventi già portati a termine. Manca il ponte di Cividate Camuno.

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