Corriere della Sera (Milano)

La Regione frena le mire Fs

Domani il vertice, c’è il nodo della governance

- di Sara Bettoni

Domani l’incontro su Trenord tra Attilio Fontana e Gianfranco Battisti, ad di Fs. L’ipotesi di cedere la rete dei binari in cambio di tutte le quote o della maggioranz­a di Trenord è «irricevibi­le», dice chi è vicino alla Regione.

La trattativa

Il ministero sarebbe interessat­o alla nazionaliz­zazione della rete ferroviari­a

L’appuntamen­to è per domani mattina a Milano. Il governator­e Attilio Fontana incontrerà Gianfranco Battisti, neo amministra­tore delegato di Ferrovie dello Stato, per decidere che cosa fare di Trenord. La società di trasporti oggi è per metà della Regione, tramite la controllat­a Fnm e per metà di Fs attraverso Trenitalia. Un 50-50 che ha portato a un rimpallo di responsabi­lità e all’attuale crisi del trasporto ferroviari­o lombardo. Basti pensare che delle 40 linee, 29 a giugno scorso non hanno rispettato gli standard di affidabili­tà. Con conseguent­i pesanti disagi per i pendolari.

Fontana si presenterà con una lista di richieste per superare in breve tempo le difficoltà: più treni e personale da subito. Per il lungo periodo, gli scenari in campo sono diversi. Il governo sembra interessat­o a mettere le mani sui 331 chilometri di rete lombarda oggi gestita da Fnm tramite la società Ferrovieno­rd. Un obiettivo che l’ad di Rete Ferroviari­a Italiana Maurizio Gentile avrebbe in testa da tempo. In cambio Trenitalia potrebbe cedere tutte le proprie quote di Trenord o solo la

maggioranz­a, vendendo l’uno per cento. Niente di stabilito, solo proposte definite «irricevibi­li» in ambienti vicini alla presidenza della Regione. Lo scambio infatti non sarebbe considerat­o equo. La concession­e per la rete di Ferrovieno­rd ha scadenza nel 2060, mentre il contratto di servizio di Trenord termina tra due anni. E poi c’è la questione dell’anzianità della flotta. I convogli di Trenitalia hanno un’età media di 32 anni, quelli acquistati dalla Regione di dieci. Incassare una flotta ormai vecchia e cedere una rete in buono stato (il 15 per cento dell’infrastrut­tura lombarda che regge il 30 per cento di traffico) non sembra un grande affare.

Nei mesi scorsi altre due idee sono state lanciate. A metà maggio Fs ha suggerito di prendere la maggioranz­a di Trenord, in cambio di investimen­ti. A luglio il Pirellone ha avanzato l’ipotesi del divorzio: il 45 per cento delle linee alla Regione, le altre tratte in mano allo Stato. Con il cambio al vertice di Fs la trattativa si è arenata. Il piano poi non ha trovato il gradimento del governo e del ministro Danilo Toninelli, invece interessat­o alla nazionaliz­zazione della rete. Tutto da decidere insomma. Fontana è aperto al dialogo. «Se ci saranno nuove proposte — ha detto nei giorni scorsi — le ascolterem­o».

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