Scontro sui cartelli al sit-in Salvini: ora voglio le scuse
Il sindaco: sì all’accoglienza. Ma è scontro sui cartelli violenti
Diecimila in piazza e una scia di polemiche il giorno dopo. Mentre il sindaco Beppe Sala rivendica il presidio milanese anti-sovranista, la Lega punta il dito contro certi toni «violenti» del presidio di martedì. In particolare è quel cartello esibito in San Babila, con un messaggio non esattamente delicato nei confronti del ministro dell’Interno («Salvini sei sulla linea rossa. Tra quattro fermate c’è piazzale Loreto»), a scatenare le reazioni del centrodestra. «Chiedo pubblicamente a Boldrini, Boschi, Renzi e compagni vari di condannare questo gesto vigliacco, che mi dipinge come nazista augurandomi la morte. Secondo voi risponderanno all’appello?», il commento postato in serata dal diretto interessato.
Poche ore prima, in mattinata, era stato il presidente della Regione Attilio Fontana a censurare la frase su Salvini destinato alla stessa fine di Mussolini. «Un cartellone vergognoso», secondo il governatore leghista: «Lo scontro politico può assumere toni a volte aspri, ma è intollerabile che giunga a questi livelli. M auguro che partiti, sigle sindacali, istituzioni e associazioni che hanno aderito alla manifestazione si dissocino ufficialmente, condannando con forza tali parole. In caso contrario si dichiarerebbero complici di coloro che, allergici alla democrazia, stanno alimentando un preoccupante clima di odio e intolleranza contro chi, su legittimo mandato degli elettori, sta difendendo i confini e la sovranità del nostro Paese». Beppe Sala in San Babila non c’era. Sono gli ultimi giorni di ferie per il sindaco che ha comunque trovato il modo di commentare il successo della protesta di piazza contro il vertice «sovranista». «L’incontro di Salvini con Orbán a Milano è figlio di quella volontà provocatoria propria di molte delle mosse del leader della Lega», dice il sindaco.
«Fare patti - continua Sala — con un illiberale e vittimista di professione come lui significa negare quei valori sui quali la nostra democrazia, pur fragile, è costruita. Milano ha confermato la sua proverbiale ospitalità nei confronti di tutti, ma ha anche risposto fermamente con il suo no a chi vuole trasformare l’Europa in un feudo murato verso il resto del mondo. Sono molto felice per la manifestazione di piazza San Babila, per la quale non ho meriti, e ringrazio organizzatori e partecipanti. Ci attende un autunno non facile. Milano non cambierà di un millimetro il suo modo d’essere. Diritti e doveri. Lavoro, tanto lavoro. Solidarietà. Apertura al mondo. Impegno per un’Europa unita e migliore. Un mix di valori che ha fatto, fa e farà sempre grande la nostra città».
Soddisfatto della piazza di martedì anche l’assessore Pierfrancesco Majorino, uno dei padri dell’iniziativa: «Se eravamo in pochi come vi ostinate a sostenere, perché continuate a vomitarci la vostra rabbia, i vostri insulti? Forse non è come la state raccontando...».
Slogan anarchici Evocato piazzale Loreto. Il ministro: gesto vigliacco, io dipinto come nazista