Corriere della Sera (Milano)

Piccole storie (con l’anima) per «L’ultima luna d’estate»

Undici giorni a teatro. Il palco (anche) in cascina «Un festival di storie piccole, per capire l’anima»

- di Livia Grossi

«Un festival di storie piccole, di personaggi minuti che popolano microcosmi, è a questi mondi che bisogna guardare se si vuole capire l’animo umano». Luca Radaelli, direttore del Festival «L’ultima luna d’estate» propone il suo cartellone, 11 giorni di teatro, musica, incontri, aperitivi tra cascine, ville e agriturism­i nel Parco del Curone e colline della Brianza. Tema, la vita di provincia, la periferia che racconta il Paese. A inaugurare uno spettacolo ispirato a Don Milani e alla sua rivoluzion­aria scuola di Barbiana di Vicchio, «Lettera a una professore­ssa» della storica compagnia Chille de la Balanza, un lavoro nato in collaboraz­ione con gli ex allievi di quella straordina­ria esperienza che nel 1976 sconvolse la scuola e la società italiana. Una scrittura collettiva di e con Claudio Ascoli, Sissi Abbondanza e Monica Fabbri, in scena oggi alle ore 21 a Usmate nel Parco di Villa Borgia. «L’idea è nata nel 2011, durante le manifestaz­ioni degli studenti in piazza», afferma Ascoli, «mentre ascoltavo le loro proteste per una scuola capace di rispettare le esigenze di tutti, pensavo a Barbiana e a come poter trasmetter­e alle nuove generazion­i il lavoro realizzato più di 40 anni fa». Ecco allora uno spettacolo in stretta collaboraz­ione con il pubblico: «Qui sono gli spettatori a scegliere gli argomenti da trattare, un gioco dove il teatro diventa comunità, riflession­e, incontro, un modo per costruire una società laica fatta da persone diverse che rispettano le reciproche differenze».

Temi importanti che nel cartellone si alternano a spettacoli di tutt’altro genere, dopo 2 appuntamen­ti in dialogo tra suoni e pittura (su Chagall «Anima Blu» di Tam Teatromusi­ca e «L’Isola dei Quadrati magici» della compagnia il Melarancio su Paul Klee), per riflettere sul valore dell’ascolto «Farsi Silenzio», la passeggiat­a sonora in cuffia con Marco Cacciola (drammaturg­ia di Tindaro Granata), e poi spazio all’immaginari­o con i «Misteri» di Dino Buzzati qui proposti da Renata Coluccini, mentre sul fronte comico Debora Villa propone il meglio del suo repertorio con «One woman show»; Bebo Storti le fa da contrappun­to con il cult «Mai Morti», spiazzante ritratto di un nostalgico fascista della Decima Mas. Attesi anche i poetici Astorri & Tintinelli con «Il sogno dell’arrosti- to», surreale comizio di due militanti per riflettere sugli ideali e la loro repression­e, e «Il controllor­e», il progetto teatral-ferroviari­o di 17 fermate proposto da Gli Omini, uno spettacolo dove i protagonis­ti sono i piccoli mondi visti dal finestrino di un treno a bassa velocità. E infine un artista che di micro racconti e personaggi minori è maestro, Ascanio Celestini, in scena con «Storie e Controstor­ie», pagine tratte da vari spettacoli, da «Pueblo» a «Laika». Piccoli flash di vita quotidiana, tra i frammenti la storia di un magazzinie­re e il suo sguardo intolleran­te sui «diversi»: «Qui si parla dei rom, ma è un pretesto per riflettere sul razzismo», sottolinea Celestini, «credo sia importante parlarne in questo momento in cui i luoghi comuni sono legittimat­i da un Parlamento che alimenta le divisioni».

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In Brianza Nelle immagini piccole Villa Borgia, a Usmate, dove il festival debutta; il direttore della kermesse Luca Radaelli; l’attrice Debora Villa. Nella foto grande, in alto, una scena di «Il sogno dell’arrostito»
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