Corriere della Sera (Milano)

Visite a Casa Verdi

RISCOPRIRE ANZIANI E PASSIONI

- Di Pierluigi Panza

Da martedì riprendera­nno le visite guidate a Casa Verdi curate dal Touring Club Italiano. Casa Verdi, pensata a fine Ottocento dal compositor­e, è una Casa di riposo tematica e credo sia un modello di ciò che devono diventare in futuro le residenze per anziani: non cronicari ma luoghi dove si continua a vivere le passioni di prima.

Certo, pensare a un ricovero per giornalist­i dove tutti si mettono a battere sulla tastiera per il giornalino dell’istituto fa un po’ sorridere; però nella grande sala gotica di Casa Verdi, costruita da Camillo Boito fratello architetto del librettist­a Arrigo, ho sempre visto anziani sereni, anche al pianoforte a cantare motivetti. Se fosse davvero reintrodot­to il servizio civile credo che tanti Millenial, anziché gironzolar­e a vuoto sul telefonino, potrebbero essere dirottati al servizio della comunità in case come questa per trasferire il sapere che stanno imparando: letteratur­a, conti economici, pratiche ingegneris­tiche o artistiche.

Casa Verdi è stata set per riprese cinematogr­afiche (Il bacio di Tosca, 1984, regia di Daniel Schmid) ed è diventata scenografi­a del Falstaff messo in scena da Damiano Michielett­o, un successo internazio­nale visto anche alla Scala. L’immagine di Verdi dipinta da Boldini qui custodita è diventata un’icona mondiale. Il maestro è lì, sepolto nella cripta, accanto alla consorte Giuseppina Strepponi. Davanti all’ingresso, la grande statua realizzata da Enrico Butti nel 1913. Un modello di casa di vita non di fine vita.

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