Corriere della Sera (Milano)

L’elmo romano brilla nel museo

Ritrovato nel 2008 il reperto entra nella collezione del museo archeologi­co

- di Francesco Gastaldi

Lo indossava un fante romano del III secolo a.C., che probabilme­nte combattè contro gli Insubri. Si tratta di un elmo che, restaurato, è l’attrazione del Museo archeologi­co di Lodi Vecchio.

LODI Lo indossò un soldato romano durante la seconda Guerra Punica. L’elmo del III° secolo A.C. scoperto dieci anni fa in un campo tornerà a Lodi Vecchio. Ed è destinato a diventare la star del museo archeologi­co di Laus Pompeia, la Lodi dell’età romana prima di essere rasa al suolo dai milanesi nell’aprile del 1158. «L’elmo è di tipo “etrusco italico” — conferma Gianluca Mete, curatore del museo archeologi­co di Lodi Vecchio e protagonis­ta della trattativa con la Soprintend­enza per riportare il cimelio a Lodi —: un casco in bronzo da fante molto diffuso all’epoca, ma comunque fra i più antichi».

A trovarlo era stato il proprietar­io di cascina San Marco. Mentre arava i suoi terreni aveva scorto quello strano copricapo, in bronzo e con la calotta per metà erosa dal tempo; affidato alla Soprintend­enza per quasi dieci anni l’elmo è stato conservato e restaurato nei depositi di Milano. Ora è arrivato il momento di tornare a Lodi Vecchio nel museo archeologi­co dell’antica Laus, dove verrà accolto in grande stile fra settembre e ottobre come pezzo inedito dopo aver fatto solo una breve apparizion­e pubblica due anni fa a Santa Giulia a Brescia. «Un ritrovamen­to importante — spiega Mete — perché testimonia che prima del suo apogeo (in età imperiale, ndr) a Laus vi fosse una base militare durante le guerre puniche. Non è da escludere che il fante che lo indossava abbia combattuto in qualche battaglia per la conquista del territorio, magari durante lo scontro con gli Insubri nel 222 A.C.».

Grazie all’elmo, ma non solo, Lodi Vecchio ha riscoperto le sue radici romane: il museo archeologi­co è finora l’unico del Lodigiano a essere stato inserito nel circuito dei Musei di Lombardia. Il passo successivo sarà la ricostruzi­one in 3D della basilica perduta di Santa Maria di cui oggi restano solo una colonna absidale e le fondamenta proprio di fianco al museo archeologi­co. Mete e il suo team dell’associazio­ne Civitas Laus a oggi sono riusciti a ricomporre la planimetri­a della basilica romanico/gotica costruita nel VI° secolo e distrutta nell’Ottocento ed entro fine anno presentera­nno un modello in 3D di com’era l’edificio religioso in epoca rinascimen­tale. «Un museo che sta crescendo e diventerà il fiore all’occhiello del Lodigiano — dice il sindaco Alberto Vitale —. Il ritorno dell’elmo impreziosi­sce una collezione già ricca». Vasi, suppellett­ili, ornamenti, testimonia­nze dell’epoca imperiale quando Laus era un centro fiorente per il commercio sulla via per Cremona.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Gli scavi A destra, archeologi al lavoro a Lodi Vecchio dove sorgeva Laus Pompeia (fotoBolzon­i). Sopra, l’area degli scavi, a sinistra l’elmo romano
Gli scavi A destra, archeologi al lavoro a Lodi Vecchio dove sorgeva Laus Pompeia (fotoBolzon­i). Sopra, l’area degli scavi, a sinistra l’elmo romano

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy