Quadri e veline La città celebra Farinacci il ras fascista
Cremona
Nelle sale off limits del Museo civico fervono i lavori: verrà inaugurata il 21 settembre la mostra «Il regime dell’arte» sul Premio Cremona voluto da Roberto Farinacci in contrapposizione al Premio Bergamo, sostenuto da Giueppe Bottai. La rassegna, curata da Vittorio Sgarbi e Rodolfo Bona, proporrà una quarantina dei quadri esposti durante il concorso che si svolse dal 1939 al 1941 e sarà suddivisa nelle sezioni corrispondenti ai temi della manifestazione benedetta, con visite ufficiali, da Mussolini e dal re il 19 e 24 giugno 1939: «Ascolto alla radio di un discorso del duce», «Stati d’animo creati dal fascismo», «La battaglia del grano», «La gioventù del littorio». Dopo la Liberazione, molte di quelle opere sono andate disperse. Per nascondere la loro partecipazione al concorso, alcuni pittori cambiarono i titoli dei disegni o ne ritoccarono le scene più celebrative. Tra le tele che si potranno vedere, il «Balilla» di Luciano Ricchetti, frammento di un dipinto di grandi dimensioni, dal titolo «In ascolto» e vincitore della prima edizione del Premio Cremona, fatto a pezzi nel 1945. Farinacci, sepolto nel cimitero della città, è stato a lungo un tabù sotto il Torrazzo. «L’intenzione — dicono gli organizzatori — è fare i conti con il passato e consegnare a Cremona un pezzo della sua storia in modo che ognuno possa fare le proprie valutazioni. Non sempre è stato facile recuperare i quadri: oltre alle difficoltà pratiche, abbiamo incontrato reticenze. Ciò che è accaduto durante la dittatura è stato in parte rimosso, anche se da qualche tempo è in atto un approfondimento di quel periodo e, in particolare, della figura del ras». Non è un caso se il Comune ha deciso di far proseguire sino a febbraio un’altra mostra, «Si faccia un articolo di fondo...», allestita alla Biblioteca statale sulle veline, gli ordini che Farinacci mandava al quotidiano locale Il Regime fascista. Stefano Campagnolo, uno dei curatori della rassegna, ammette: «Temevamo di confrontarci con il Ventennio, ma Cremona ha acquisito la maturità per farlo senza pregiudizi».