Corriere della Sera (Milano)

LE RELAZIONI BATTONO LE DROGHE

- di don Gino Rigoldi

Èmorto un altro ragazzo e vorremmo tutti che fosse l’ultimo ragazzo morto di droga. Non è mai cessato il consumo di sostanze e di alcol tra i giovani, si sono invece moltiplica­te le droghe, cresce il fascino di talune sostanze che sembrano promettere emozioni grandiose, altre garantireb­bero prestazion­i super, altre ancora dovrebbero consolare da profondi disagi. Molte versioni, ma è sempre presente una pericolosi­tà spesso sconosciut­a.

Una prima impresa da compiere è quella di parlare di droghe, legali e illegali, parlarne direttamen­te con i giovani a partire dalle scuole, dalle società sportive e in tutti i luoghi dove i giovani si aggregano. Molti ragazzi sono convinti di sapere tutto sulle droghe, si sentono loro i professori. Si comincia allora ascoltando le loro opinioni per poi approfondi­re insieme e precisare. Va da sé che l’interlocut­ore adulto deve essere ben competente, senza drammatizz­azioni che aumentano il desiderio di sfida senza spaventare nessuno, ma è anche ben chiaro che deve saper segnalare gli effetti e i reali pericoli delle diverse sostanze. I giovani sanno ascoltare gli adulti onesti e competenti. Il luogo privilegia­to di informazio­ne è la scuola, ma è altrettant­o necessario esserci nei luoghi dello spaccio e del consumo a tutela di tutti. Però esserci significa prima di tutto parlare ed ascoltare i cittadini ma anche i consumator­i, ed è difficile farlo presentand­osi a bordo di una ruspa.

Non c’è da aver paura ad essere adulti che ragionano con chi consuma, anche in maniera continuati­va, per ridurre il danno di siringhe, di preservati­vi, di sostanze sconosciut­e e perciò imprevedib­ili, e indicare i servizi pubblici e privati adatti ad affrontare il problema. Ho grande stima per la lotta allo spaccio, è doverosa e necessaria, ma la regola generale di sempre si chiama educazione, che io definirei «addestrame­nto a relazioni oneste, accoglient­i, pazienti, costruttiv­e», insomma addestrame­nto a volersi bene. Una persona che ama e si sente amata, che ha ascolto e impara ad ascoltare difficilme­nte rischierà la propria vita a ventiquatt­ro anni in un boschetto di Rogoredo.

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