«Minimizziamo o azzeriamo le ricadute»
L’assessore Tasca: rincari necessari dopo i tagli statali, ma con equità
«Il nostro sforzo è di minimizzare o azzerare tutti gli aumenti sugli abbonamenti, non solo quello annuale. Con la massima attenzione ai vincoli di bilancio». Parla Roberto Tasca, assessore al Bilancio e signore dei numeri. Ieri ha incontrato i gruppi di maggioranza.
«Il nostro sforzo è quello di minimizzare o azzerare tutti gli aumenti sugli abbonamenti, non solo quello annuale. Con la massima attenzione ai vincoli di bilancio». Parla Roberto Tasca, assessore al Bilancio e signore dei numeri. Ieri ha incontrato i gruppi di maggioranza. Il lavoro è in divenire.
Assessore era proprio necessario l’aumento del biglietto?
«La logica dei numeri dice che nel 2011 la copertura del biglietto rispetto al costo del servizio era del 47% con trasferimenti da parte della Regione e dello Stato di 288 milioni. Nel 2013 arriva la linea 5 del metrò e, complice minori trasferimenti dello Stato e della Regione, si scende al 32%. È in arrivo anche la linea 4. La legge prevede che non si possa scendere sotto il 30%. Se si fosse mantenuto lo stesso contributo pubblico in proporzione all’aumento del numero di chilometri, oggi non ci sarebbe stato bisogno dell’aumento».
Taglio ai trasferimenti del Fondo nazionale dei trasporti contro un aumento dei chilometri del servizio. Chi è il responsabile?
«Nel 2010 non c’era ancora M5, i trasferimenti si sono ridotti da 316 a 288 milioni e non mi sembra che al governo ci fossero Monti, Letta o Renzi».
Anche con i governi del centrosinistra la situazione non è migliorata.
«Ricordo solo che il Fondo nazionale dei trasporti non è stato toccato dal 2010 al 2018 e l’unico incremento di 25 milioni di euro la Regione l’ha destinato alle ferrovie e non a Milano. È indicativo».
I numeri dicono che bisogna aumentare il biglietto. La politica è schiava dei numeri o può esercitare delle scelte?
«Partendo dal fatto che il costo del trasporto va coperto, ci siamo trovati di fronte a una scelta. Lo si poteva fare in due modi. Riversando gli aumenti sulla cittadinanza facendo leva sulle imposte comunali o ridistribuire gli aumenti sull’utenza sia residente o meno. Ci è sembrato più equo anche dal punto di vista sociale scegliere la seconda strada». Perché?
«Le faccio un esempio. Pensi alle mense scolastiche. Ottantamila pasti al giorno. Costo 5,70 euro. Sarebbe bellissimo dire pasti gratis per tutti i bambini. Ma sarebbe equo? Il costo andrebbe a ricadere sulla fiscalità di tutti i milanesi. Anche di chi non ha figli in età scolastica. Credo sia più giusto ripartire equamente il contributo. Una parte
Il rapporto I trasferimenti coprivano il 47% del servizio, poi siamo scesi al 32 con i chilometri della M5 Il governo doveva bilanciare
versata dagli utenti, una parte dalla comunità perché è un servizio pubblico fondamentale».
Servizio pubblico che però non solo arriva a costare 2 euro per il biglietto singolo ma prevede aumenti anche per gli abbonamenti escluso quello annuale.
«Il nostro sforzo sarà quello di minimizzare o azzerare l’aumento degli abbonamenti».
Solo quello annuale? «No, se riusciremo, tutti gli abbonamenti. Lo faremo prestando massima attenzione ai vincoli di bilancio. In tutti i ragionamenti che stiamo facendo l’attenzione è puntata sugli abbonamenti che potrebbe voler dire anche il loro mantenimento ai livelli correnti. La nostra intenzione è quella di ridistribuire il minor onere possibile sugli abbonamenti e intervenire sul biglietto». Come finirà?
«La soluzione finale è in discussione con i gruppi, poi la giunta formulerà la sua sintesi più condivisa possibile. Nessuno, a oggi, ha la soluzione preconfezionata in tasca».
A posteriori, e viste le conseguenze di certe scelte, era necessaria la linea 4 del metrò che aumenterà ulteriormente i costi di gestione?
«Non serve entrare nelle scelte già compiute. Dico solo che non ci siamo inventati noi la M5 e la M4. Ce le siamo trovate e dobbiamo far in modo che l’onere sia ridistribuito in modo equo tra gli utenti». Segnali dal governo? «Oggi un milanese al governo c’è. Spero che il milanese in questione non veda solo Milano come un centro raccolta migranti, ma anche come una città che merita un sistema di trasporto adeguato. Forse l’interesse nei confronti di Milano si potrebbe tradurre in un aumento del fondo trasporti. Salvo che si faccia il contrario perché si vuole porre sotto assedio il Comune».
Il centrodestra chiede di sterilizzare gli aumenti con la lotta all’evasione tariffaria.
«Pura demagogia. Stimiamo l’evasione, anche se è difficile, tra i 12 e i 15 milioni. Ammettiamo che se ne possa recuperare il 50-60 per cento, ossia tra i 6 e i 7 milioni. Ne servono 67».
L’evasione Il recupero del sommerso basterebbe a coprire al massimo il dieci per cento delle spese È un argomento demagogico