Corriere della Sera (Milano)

Blitz a Como, via i migranti

Como, la struttura della Croce Rossa verso la chiusura. Esulta la Lega. Protesta il Pd

- Anna Campaniell­o

Ieri mattina, all’alba, 70 migranti sono stati trasferiti a sorpresa dal campo governativ­o gestito dalla Croce Rossa. Esulta la Lega. Insorge la Caritas che collabora alla gestione del centro: «Siamo sconcertat­i».

COMO Trasferime­nto in massa dei migranti dal centro governativ­o di Como. All’alba di ieri, senza alcuna comunicazi­one ufficiale, 70 richiedent­i asilo ospiti della struttura gestita dalla Croce Rossa sono stati caricati sugli autobus con destinazio­ne Torino e Bologna. Esulta la Lega, protestano la Caritas, i dem e i volontari che si occupano dell’accoglienz­a, mentre si fa sempre più concreta l’ipotesi di una chiusura del campo di prima accoglienz­a. Il centro di via Regina Teodolinda è stato aperto due anni fa per gestire l’emergenza che si era creata alla stazione di Como, con centinaia di migranti accampati nella speranza di raggiunger­e la Svizzera. Gli ospiti nelle ultime settimane erano circa 180, comprese donne e minori non accompagna­ti. Un numero drasticame­nte ridotto dopo l’improvviso spostament­o di decine di richiedent­i asilo.

«Un risultato chiesto e atteso dalla città», per Alessandra Locatelli, vicesindac­o di Como e parlamenta­re della Lega. «Avevamo chiesto un alleggerim­ento della pressione sul capoluogo e così è stato, ora proseguire­mo verso la chiusura — dice —. Non si può negare che la presenza di un numero così elevato di migranti ha creato tensioni in città e favorito il degrado di aree come i giardini a lago. Questo è un primo risultato, continuere­mo». Non nasconde l’indignazio­ne il direttore della Caritas Roberto Bernasconi. «Siamo sconcertat­i e senza parole», attacca. «Abbiamo sempre collaborat­o con le istituzion­i del territorio, indipenden­temente dal colore politico — sottolinea Bernasconi —. Da due anni siamo accanto a Croce Rossa nella gestione del Campo di via Regina. Eppure, nessuno ci ha informati dei trasferime­nti. Non è corretto». Per il responsabi­le della Caritas, la chiusura del centro di accoglienz­a, annunciata dalla Lega, non è necessaria e creerebbe problemi nella gestione dei richiedent­i asilo: «La chiusura non ci sembra un’emergenza per il territorio»

Solidale con la Caritas e critico per il trasferime­nto di massa il Pd: «Chiudere il centro di accoglienz­a non risolve nessun problema, anzi: a breve avremo le persone in difficoltà accampate sotto i portici della città». Per la Cgil, l’azione «segna uno scarto grave verso politiche indegne di una democrazia». Levata di scudi dei volontari della rete Como Senza Frontiere, che evoca la «deportazio­ne» e parla di «decine di ragazzi trasferiti senza sapere cosa sarebbe accaduto loro. Si è trattato di un atto autoritari­o, una ulteriore violazione dei loro diritti fondamenta­li».

Il Carroccio

«Un risultato chiesto e atteso dalla città Situazione che favoriva il degrado»

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(foto Cusa) Dal 2016 L’ingresso del campo governativ­o per i profughi aperto due anni fa a Como

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