Triplicati i trasferimenti Seimila le cattedre vuote
Inizia la scuola, mancano anche bidelli
Le lezioni riprendono oggi ma sono ancora scoperte seimila cattedre e inizia la caccia al supplente. Soprattutto per le scuole elementari. Oltre 2.500 insegnanti hanno ottenuto l’assegnazione provvisoria vicino a casa, lasciando di fatto il posto all’ultimo. I sindacati lanciano l’allarme: «Sulla mobilità servono nuove regole — dicono —. Così la ricaduta negativa sulla qualità della scuola pubblica è inevitabile».
Riprendono le lezioni, da oggi in tutte le scuole ma mancano all’appello ancora seimila insegnanti negli istituti di Milano e provincia. Nelle classi arriveranno più supplenti del previsto perché oltre duemila fra maestri e professori hanno appena ottenuto il via libera al trasferimento vicino a casa quindi ci sono anche queste cattedre da coprire. L’allarme arriva dai sindacalisti che in queste ore seguono l’andamento delle nomine annuali che sono in corso in tutti i provveditorati. E i conti a Milano non tornano: «I trasferimenti sono quasi triplicati per effetto delle nuove regole sulla mobilità. Erano un migliaio lo scorso anno, in questi giorni sono già saliti a 2.500», dice Massimiliano Sambruna, segretario della Cisl.
La caccia ai supplenti sarà soprattutto per le scuole elementari. Il provveditorato ieri ha iniziato a convocare gli insegnanti delle primarie per i contratti annuali: «Ci sono già 1200 posti da assegnare ed è un numero che può ancora crescere. Perché dopo un anno di insegnamento adesso c’è la possibilità di ottenere l’assegnazione provvisoria vicino a casa presentandosi per i posti di sostegno che sono richiesti ovunque. Non occorre più essere specialisti, non è più richiesto il titolo — spiega Sambruna —. Con queste nuove regole diventa impossibile avere un organico stabile e la ricaduta negativa sulla qualità della scuola pubblica, per gli studenti, è inevitabile».
I maestri che hanno deciso di partire lasciano cattedre scoperte che si aggiungono a quelle rimaste libere dopo le nomine (per i contratti a tempo indeterminato) che si sono chiuse a fine agosto. E poi ci sono i posti richiesti dalle scuole per completare l’«organico di fatto». Così si arriva alla carica dei seimila supplenti.
Ecco il bilancio di quest’anno comunicato dai sindacati: «I posti comuni da assegnare nelle scuole della provincia erano 3.720, le nomine sono state 2.122 e ci saranno almeno seicento rinunce. E si superano i duemila posti». Poi restano da coprire quasi tutte le cattedre per gli insegnanti di sostegno: «I posti da assegnare nella provincia erano 2.099, gli specialisti che hanno preso servizio son stati soltanto 96».
Quindi inizia il reclutamento dei supplenti. Per le scuole primarie è il provveditorato a chiamare gli insegnanti inseriti nelle Gae, le graduatorie ad esaurimento. Mentre per le medie e le superiori gli elenchi sono vuoti e i presidi chiamano dalle liste di istituto. «Alcune graduatorie non sono state completate in tempo per le nomine, il ministero fissa come data ultima la fine di agosto. Poi ci sono concorsi ancora aperti, con le prove orali in svolgimento — spiegano alla Cisl —. Il risultato è che non ci sono candidati da chiamare per più materie, da tutte le lingue straniere ad arte e musica».
L’appello per i supplenti delle elementari è iniziato ieri e prosegue fino a domani, negli uffici del provveditorato in via Soderini. In mattinata i convocati erano duecento e soltanto uno su due ha accettato il posto e i numeri sono simili all’Ufficio scolastico di Monza, dove sono in corso le nomine per gli insegnanti delle scuole dell’Infanzia: «Su 225 convocati, soltanto la metà ha preso servizio. Sono contratti di un anno, chi ha già un posto nelle scuola paritaria non cambia», dice una maestra precaria che ieri ha firmato. È una partenza in salita e non soltanto per il numero di supplenze. La Cgil sottolinea che manca anche il personale tecnico amministrativo, dai bidelli alle segreterie, ai direttori generali. E a Milano come in tutta le regione l’anno inizia con trecento scuole che avranno un preside part time, chiamato a guidare più istituti.