«È la mia vocazione Divido ancora l’affitto con un altro docente»
Matteo Placida, 51 anni
Sono da poco passate le 16 e Matteo Placida, 51 anni, fa una foto col cellulare al contratto appena firmato, per mandarla a sua moglie, rimasta in Calabria. «Sono di Catanzaro ma da sei anni insegno a Rozzano. L’anno scorso avevo una classe prima nel plesso di via Orchidee, quest’anno sarò in via Garofani. Se potessi firmare per insegnare qui fino alla pensione, lo farei subito. Vedere i bambini con gli occhi che brillano quando entro in classe mi riempie la giornata».
All’insegnamento Matteo si è avvicinato per necessità. «Ho il diploma magistrale, ma ho fatto il carabiniere, non solo di leva. Poi ho lavorato come responsabile commerciale per alcune compagnie telefoniche in Calabria. Nel 1999 avevo fatto il concorso per l’insegnamento e lo avevo vinto. Sei anni fa, in un momento di difficoltà lavorativa, ho rifatto la domanda e ho cominciato a fare le supplenze».
Stipendio: circa 1.400 euro al mese. Settecentocinquanta servono per l’affitto dell’appartamento a Quinto Stampi di Rozzano, dove vive. «Divido le spese con il mio coinquilino, un insegnante siciliano». L’idea di chiedere un trasferimento a Catanzaro non lo alletta. «Amo la mia terra, ma mi piace insegnare qui. Mia moglie invece lavora in ospedale e anche lei non vuole lasciare i suoi malati. Certi mestieri sono vocazioni. Ma dall’esperienza commerciale ho imparato la pazienza, che a scuola serve». Domani, alle 8, a Rozzano, Matteo sarà in classe. «Ma il mio destino lo saprò tra due mesi, quando scopriremo se noi precari potremo restare nelle liste o se dovremo fare un concorso per la nuova graduatoria regionale. Abbiamo già passato una selezione, lo Stato dovrebbe tutelarci».
La scelta Mi piace insegnare qui, non tornerei nella mia Calabria