Le inquietudini dei millennials
Il Piccolo dà voce alle giovani generazioni con il festival «Tramedautore»
«Dare voce alle giovani generazioni, promuovere i loro testi, creare ponti con l’estero: è questo l’obiettivo di Tramedautore». Michele Panella, il nuovo direttore artistico del festival di drammaturgia contemporanea, ha le idee chiare: sul palco del Teatro Grassi dieci giorni di spettacoli e incontri dove, parola, musica e nuovi linguaggi sono gli strumenti per indagare il nostro tempo. Lavoro, identità, manipolazione dell’informazione, ma anche fragilità delle relazioni umane e libertà di scelta, sono i temi dominanti del cartellone, «è lo specchio delle inquietudini dei cosiddetti millennials, ragazzi che hanno come primo ricordo il crollo delle torri gemelle del 2001», sottolinea Panella (classe 1972), «una generazione che cerca sicurezza nello studio, nei grandi maestri. A differenza dei miei coetanei, i loro testi non hanno finali aperti, ma terminano con un messaggio, un grido d’aiuto, la richiesta di essere ascoltati».
Il festival si apre domani con «Mari» (Premio Riccione 2003), spettacolo in lingua siciliana di Tino Caspanello (in scena con Cinzia Muscolino), una sorta di partitura musicale dove il suono delle parole dell’uomo e della donna accompagnate dal ritmo di un calmo mare notturno, racconta tutto ciò che la lingua non potrà mai dire. Sabato la scena passa al giovanissimo col- lettivo Bologninicosta con «St(r)age», un ironico spettacolo dal gusto punk che ipotizzando un suicidio di massa degli artisti, riflette sulla precarietà del lavoro nel mondo del teatro, ma anche sul ruolo dell’arte e la sua necessità. La routine dell’ufficio, le vite vuote e i meccanismi alienanti sono invece al centro con «Human Animal», il lavoro ispirato al «Re Pallido» di David Foster Wallace, qui proposto da un altro giovane gruppo, La Ballata dei Lenna. E dopo il desolato ritratto generazionale di «Sister(s). Miraggio su strada qualunque» della compagnia exvUoto e il debutto di «Hotel Palestine» di Falk Richter sulla manipolazione dell’informazione (regia Salvino Raco), è la volta di «Walk. Viaggio in un’oscurità cosciente», uno spettacolo di arte totale diretto da Ferruccio Bigi e Susanna Beltrami, qui danza, musica, canto e costumi diventano gli strumenti per dar voce ai «vagabondi» in cerca di identità descritti da Zygmunt Bauman. Infine, Gli Omini con «Più carati», la comica storica di tre quarantenni che un giorno trovano per terra un mucchio di soldi, l’occasione per verificare la loro amicizia, in chiusura gli spagnoli Atresbandes con «All», poetica riflessione sulla libertà del nostro pensare e scegliere.