Corriere della Sera (Milano)

I giudici sbloccano i lavori per la Città della Salute

Confermato dopo tre anni l’appalto a Condotte

- di Daniela Polizzi e Simona Ravizza

Dopo tre anni di controvers­ie giudiziari­e, si sbloccano i lavori per la Città della Salute, il megaproget­to da 450 milioni di euro che unirà l’Istituto dei tumori e il neurologic­o Besta nell’ex area Falck di Sesto San Giovanni. L’assegnazio­ne dell’appalto, economicam­ente il più pesante d’Europa a livello pubblico, al colosso Condotte è regolare, anche se la società oggi è in gravi difficoltà economiche.

Dopo tre anni di controvers­ie giudiziari­e, si sbloccano i lavori per la Città della Salute, il mega progetto da 450 milioni di euro che unirà l’Istituto dei tumori e il neurologic­o Besta nell’ex area Falck di Sesto San Giovanni. L’assegnazio­ne dell’appalto, economicam­ente il più pesante d’Europa a livello pubblico, al colosso di costruzion­i Condotte è regolare, anche se la società è finita in gravi difficoltà economiche. La decisione è del Consiglio di Stato che dirime una questione in ballo dal novembre 2015 quando, a due mesi di distanza dall’aggiudicaz­ione, Salini Impregilo, arrivata seconda alla gara, presenta ricorso al Tar. Da allora si innesca una battaglia legale, con ricorsi e controrico­rsi che causano enormi ritardi alla realizzazi­one dell’opera.

Sullo sfondo c’è lo scandalo della Cupola degli appalti di Expo che voleva mettere le mani anche sul goloso business della costruzion­e della Città della Salute. Coinvolta nell’inchiesta è una società in gara per l’aggiudicaz­ione dell’appalto, la Maltauro Spa, azienda travolta dall’arresto e dalla condanna (patteggiat­a) del suo legale rappresent­ante Enrico Maltauro. A fine 2014 la Regione, attraverso la società Infrastrut­ture Lombarde (stazione appaltante), e col via libera dell’allora governator­e Roberto Maroni, decidere di mantenere in graduatori­a l’impresa nonostante i problemi giudiziari. Ma il 20 dicembre 2016 la sua presenza viene ritenuta illegittim­a e invalida l’assegnazio­ne della gara («La concorrent­e — la Maltauro, ndr — ha perso i requisiti di onorabilit­à necessari per partecipar­e»). La graduatori­a viene rifatta, ma il risultato non cambia: Infrastrut­ture Lombarde guidata da Guido Bonomelli, il 17 marzo 2017, dopo oltre sette ore di riunione e una sfilza di pareri legali, decide di riassegnar­e l’appalto a Condotte d’acqua. La scelta — che fa restare invariato il punteggio — è di escludere un’altra impresa, la Mantovani, ritenuta «nella stessa situazione della Maltauro». Con la sua squalifica la graduatori­a resta invariata.

Di qui i nuovi ricorsi di Salini Impregilo prima al Tar, poi al Consiglio di Stato. In entrambi i casi — prima il 22 novembre 2017, poi ieri — le scelte di Infrastrut­ture Lombarde sono considerat­e corrette. La motivazion­e è complessa («La giurisprud­enza afferma che è dovere dell’amministra­zione pubblica, in sede di riesame della vicenda controvers­a, di essere particolar­mente rigorosa nella verifica di tutti i possibili profili rilevanti, esaminando l’affare nella sua interezza e sollevando tutte le questioni che ritenga di interesse — si legge nella sentenza firmata dal giudice amministra­tivo Giuseppe Severini —. Ciò allo scopo di evitare che la realizzazi­one dell’interesse sostanzial­e possa essere frustrato dalla reiterazio­ne di provvedime­nti, basati sempre su inediti supporti motivazion­ali»). Ma il significat­o è chiaro: la scelta di Infrastrut­ture Lombarde di escludere anche la Mantovani è corretta perché di fatto viene applicato ed esteso un principio indicato dai giudici, cioè che una società con problemi penali non può entrare in graduatori­a in una gara pubblica.

Soddisfatt­o l’assessore alla Sanità Giulio Gallera: «Il Consiglio di Stato — dice — respinge in via definitiva il ricorso contro l’aggiudicaz­ione della gara per la realizzazi­one della Città della Salute. Da oggi entriamo nella fase realizzati­va di un’eccellenza».

Per i giudici amministra­tivi può essere firmato il contratto di costruzion­e con Condotte, anche se nel frattempo la società è finita in grave crisi economica ed è ora in amministra­zione straordina­ria con tre commissari nominati dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) che assicurano la continuità aziendale . La società di progetto che si farà carico dei lavori della Città della Salute e la gestirà per i prossimi 23 anni, secondo quanto stabilito dall’accordo con Infrastrut­ture Lombarde, è la Cisar. È un veicolo confeziona­to ad hoc, partecipat­o al 40 per cento da Condotte d’acqua, al 30 per cento da Inso (a sua volta controllat­a da Condotte), al 20 per cento dal gruppo di costruzion­i Navarra e al 10 per cento dalla società di facility management Zephyro. Secondo fonti vicine a Condotte, c’è già l’interesse — forse anche un impegno — da parte del fondo inglese Infracapit­al che sarebbe pronto a finanziare la realizzazi­one del progetto. Si parla di una disponibil­ità a mobilitare attorno a 100 milioni di euro.

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