Dalla fabbrica alla terra Per coltivare lamponi
Val d’Intelvi
La sveglia suona sempre alle cinque. «Qui bisogna arrivare presto — esordisce Mario Turconi, 78 anni —: la terra ha bisogno di cure». Turconi è di Saronno in Val d’Intelvi, a Pellio, invece c’è il suo regno: «Il Piccolo Frutto», azienda agricola che produce more, mirtilli e lamponi biologici. Tra i suoi filari si cambia passo. Come ha fatto lui: «Ho lasciato ai figli, 30 anni fa, una fiorente azienda di tendoni e veneziane. Da giovane mi ero inventato quel lavoro. Ma nel cuore avevo una passione: la terra, la vanga e i frutti di bosco. I miei amici — ricorda Turconi — andavano al bar. Io, invece, con la Vespa, giravo i frutteti ». Passione diventata professione. «Passavo sul ciottolato che da Pellio va fino in Svizzera. C’era un appezzamento in svendita e tanta voglia di provare. Lì è cominciata l’avventura». Oggi la tenuta è di due ettari e produce 80 quintali di frutti di bosco. Solo Mario ha l’uva spina, la iosta, i lamponi gialli, la mora gigante e il gelso. Nel fine settimana c’è la fila all’ingresso dell’azienda: «Qualcuno arriva, in bicicletta anche da Lugano. Poi le scolaresche per capire cosa la terra può regalare». Un lavoro duro. La terra che frana, gli smottamenti dovuti alla pioggia, il sole che si è negato al momento della maturazione. Intanto le coltivazioni sono diventate un’eccellenza: «Servo tutti i ristoranti e la grande distribuzione nella zona compreso il centro commerciale di Arese. Finche posso faccio tutto io». Mario, che ha studiato per soli due anni agronomia, si è fatto una cultura con circa 1.000 libri di botanica «Ho fatto da solo, nei campi impari più che a scuola». Oggi infatti Turconi è considerato il guru del biologico. «Per fortuna ho chi mi segue», sorride Mario, abbracciando Chiara. «Non potrei fare diversamente — conferma Chiara Guffanti — 20 anni e il diploma di agronoma — Qui ho trovato la mia vita. A schiena bassa, a raccogliere more e lamponi, si impara a riflettere. I frutti della terra sono una benedizione. Il sole e la pioggia danno il ritmo. Mario è il mio maestro. Chi se ne va?»