Corriere della Sera (Milano)

La pista devastata

LA CIVILTÀ CHE BATTE I VANDALI

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

C’è da sorridere o da piangere? Da piangere — certamente e con grande rabbia — per la pista di atletica di San Donato appena rimessa a nuovo e subito selvaggiam­ente vandalizza­ta. Da sorridere c’è invece per la rimessa a nuovo di giardino e staccionat­a della scuola di via Sapri al Musocco per opera di un gruppo di volontari. Le due notizie, la cattiva e la buona, arrivano contempora­neamente, ed entrambe dalla medesima metropoli. È forse, allora, questo dualismo così marcato che attraversa la nostra città — vandalismi da un lato e cura amorevole per i propri luoghi dall’altro — lo specchio del contrasto che innegabilm­ente si coglie tra quartieri e quartieri, quelli ordinati e controllat­i e quelli insicuri e trascurati? In teoria potrebbe essere così, non nella pratica, però, perché sappiamo bene come, per esempio, gli imbrattato­ri si diano da fare anche nei rioni centrali e come in difficili zone periferich­e capiti di vedere miracoli di impegno in nome di vivibilità e decoro. Chi lavora nei giornali sa bene che le cattive notizie colpiscono di più di quelle buone ed è probabilme­nte per questa ragione che sulla felice soddisfazi­one cui inducono gli interventi sulla scuola di via Sapri prevale il profondiss­imo sgomento per la devastazio­ne inflitta alla pista di atletica. Ciononosta­nte, sopravvive — deve sopravvive­re — ostinata la speranza che, alla lunga — come succede nei mondi migliori — il civile e il gentile abbiano radici più resistenti, più sviluppate e più fruttifere che non il selvatico e l’incivile.

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