La pista devastata
LA CIVILTÀ CHE BATTE I VANDALI
C’è da sorridere o da piangere? Da piangere — certamente e con grande rabbia — per la pista di atletica di San Donato appena rimessa a nuovo e subito selvaggiamente vandalizzata. Da sorridere c’è invece per la rimessa a nuovo di giardino e staccionata della scuola di via Sapri al Musocco per opera di un gruppo di volontari. Le due notizie, la cattiva e la buona, arrivano contemporaneamente, ed entrambe dalla medesima metropoli. È forse, allora, questo dualismo così marcato che attraversa la nostra città — vandalismi da un lato e cura amorevole per i propri luoghi dall’altro — lo specchio del contrasto che innegabilmente si coglie tra quartieri e quartieri, quelli ordinati e controllati e quelli insicuri e trascurati? In teoria potrebbe essere così, non nella pratica, però, perché sappiamo bene come, per esempio, gli imbrattatori si diano da fare anche nei rioni centrali e come in difficili zone periferiche capiti di vedere miracoli di impegno in nome di vivibilità e decoro. Chi lavora nei giornali sa bene che le cattive notizie colpiscono di più di quelle buone ed è probabilmente per questa ragione che sulla felice soddisfazione cui inducono gli interventi sulla scuola di via Sapri prevale il profondissimo sgomento per la devastazione inflitta alla pista di atletica. Ciononostante, sopravvive — deve sopravvivere — ostinata la speranza che, alla lunga — come succede nei mondi migliori — il civile e il gentile abbiano radici più resistenti, più sviluppate e più fruttifere che non il selvatico e l’incivile.