Caravaggio prestato a Parigi Ecco Rembrandt
L’opera di Caravaggio in tecno-teca blindata
«La cena in Emmaus» di Caravaggio sta per partire per la Francia e poi per il Giappone. Ma, in cambio, dal Musée Jacquemart André arriverà alla Pinacoteca di Brera la «Cena in Emmaus» del giovane Rembrandt. E in febbraio, al ritorno del Caravaggio, spiega il direttore James Bradburne, le due opere saranno esposte a Milano, «fianco a fianco in un inedito Dialogo».
Erano passati solo pochi mesi dal suo insediamento alla direzione della Pinacoteca di Brera quando, nel novembre 2015, James Bradburne si trovò a organizzare due giorni di ingresso gratuito per permettere ai milanesi di «salutare» una delle opere più celebri del museo: «La cena in Emmaus» di Caravaggio in partenza per un tour di oltre sette mesi fra Francia e Tokyo autorizzato dalla direzione precedente. «Non succederà più», aveva promesso Bradburne.
E invece, ieri mattina, l’opera è stata nuovamente impacchettata e spedita alla volta di Parigi dove, a bordo di un camioncino bianco, è arrivata in serata. Destinazione la casa museo Musée Jacquemart André che è riuscita a farsi prestare dall’Italia un totale di ben sei Caravaggio (ma il Louvre, che ne possiede tre, non ha concesso i suoi, considerati inamovibili) per la mostra che inaugurerà il 21 settembre dal titolo «Caravaggio a Roma. Amici e nemici». Più o meno lo stesso titolo di «Caravaggio e il suo tempo: amici, rivali, nemici» di quella di Tokyo, che suscitò tanto sdegno. Probabilmente a causa di questi precedenti ieri Bradburne (che dopo la riforma Franceschini non ha più bisogno del consenso di Roma per fare i prestiti) ha voluto spiegare di persona perché il Caravaggio ripartiva dopo soli due anni dal suo rientro, nel giugno 2016.
«Nella Pinacoteca ci sono quadri classificati come inamovibili per la loro fragilità come Raffaello e Piero della Francesca. Poi c’è la lista dei quadri identitari di cui fa parte il Caravaggio che fu acquistato dagli amici di Brera. Se questi possono viaggiare o no lo decide il capo restauratore Andrea Carini. Io non prenderò mai una decisione contraria al suo parere», ha specificato Bradburne per assicurare che la tutela delle opere è la sua priorità. «Dopo l’ok del restauratore faccio due considerazioni: la prima riguarda la motivazione della richiesta di prestito. Se è per una mostra blockbuster, senza valore scientifico, la mi risposta è no. In seconda battuta considero che cosa posso avere in cambio: in questo caso il progetto scientifico dell’esposizione del museo Jacquemart André è di qualità e in cambio riceveremo la Cena in Emmaus del giovane Rembrandt, influenzato dal caravaggismo. Il quadro parigino resterà qui a Milano tre settimane dopo il ritorno del nostro Caravaggio e a febbraio le due opere saranno esposte fianco a fianco in un inedito Dialogo».
Ieri mattina alle 8, a museo ancora chiuso, è stato celebrato il rito del trasferimento dentro la cassa equipaggiata con uno strumento che acquisisce i dati su eventuali urti e sui valori termo-idrometrici. La tela è stata smontata dalla ingombrante cornice dorata e intagliata con cui è esposta, sostituita da una più semplice, perfettamente aderente grazie a un materiale ammortizzante. «La cena in Emmaus» ha infatti la sua personale «cornice da viaggio» che viene conservata in deposito e utilizzata proprio per gli spostamenti.
Intanto, mentre nelle sale espositive si movimentavano i quadri, nell’ala d’ingresso procedevano i lavori per l’allestimento della nuova caffetteria Fernanda (in omaggio alla leggendaria ex direttrice Fernanda Wittgens) la cui apertura è fissata per il 4 ottobre. Con ingresso gratuito fino alle 22.15, lo stesso giorno verranno svelate anche le ultime due sale dedicate all’Ottocento, a conclusione dell’intero riallestimento, durato tre anni, con nuove luci, colori alle pareti e didascalie, che ha ormai conferito a Brera un’atmosfera british, sul modello della National Gallery di Londra, per intenderci.
Ultima novità: l’emissione di un francobollo che riproduce il «Cristo alla colonna» del Bramante. Venerdì prossimo, dalle 12 alle 18, nel cortile di Brera sarà allestito uno speciale servizio di annullo da parte di Poste Italiane. Per quanto riguarda invece la mostra di apertura di Palazzo Citterio, «Brera ascolta» con cui dovrebbe iniziare la storia
della Grande Brera, rimane fissata la data del 22 novembre ma il direttore si riserva di confermarla nelle prossime settimane perché i collaudi tecnici del Palazzo sono ancora in corso e, come si sa, possono ovviamente sempre riservare sorprese.