Corriere della Sera (Milano)

Palazzo Marino mette in vendita la casa di Macao

Gli immobili di Sogemi sul mercato Tasca: niente blitz in stile Salvini

- Di Pierpaolo Lio

Macao dovrà trovarsi una nuova casa. Le palazzine liberty dell’Ortomercat­o sono destinate alla vendita. E per ottenere i 22,5 milioni di euro di valore stimato, è necessario che siano vuote. Compresa l’ex Borsa del Macello che dal 2012 è occupata dal collettivo che l’ha trasformat­a in un «centro indipenden­te per le arti». Il Comune ha deciso d’inserire il complesso di viale Molise — insieme a un’ex colonia a Cesenatico del valore di quasi 3 milioni — all’interno del «Fondo immobiliar­e II», nato quasi un decennio fa per valorizzar­e alcune proprietà di Palazzo Marino. «Si troverà una soluzione prima di metterlo in vendita», annuncia Roberto Tasca. L’assessore al Demanio esclude però l’uso della forza. Sarà uno sgombero soft, che pasuna serà attraverso la ricerca di un’«alternativ­a» per gli occupanti in un «percorso concertato». «Io sono cresciuto frequentan­do i centri sociali — spiega — ed è legittimo che i giovani abbiano i loro spazi aggregativ­i».

Le palazzine liberty, abbandonat­e da tempo, erano di proprietà di Sogemi, la società che gestisce i Mercati generali. Per saldare un vecchio debito con Palazzo Marino, delibera di gennaio ne ha deciso il rientro tra le proprietà comunali. Nei progetti della giunta, non appena sarà concluso il trasferime­nto, gli edifici dovranno finire in vetrina. L’operazione servirà a prorogare di tre anni la durata del Fondo II, in scadenza a fine anno, che oggi ha ancora in pancia immobili per quasi 50 milioni di euro sui 120 milioni iniziali. Gli ingressi in portafogli­o delle palazzine e dell’ex colonia sono necessari infatti alla società che gestisce il patrimonio da vendere a ottenere dalla banca un rifinanzia­mento. Le alternativ­e, per il Comune, non sono rosee: «Senza — spiega Tasca, illustrand­o la delibera che dovrà poi passare in aula — o il fondo mette all’asta gli immobili, che verrebbero così svalutati, o il Comune se li riprende in pancia ripianando però i 31,2 milioni di debito del fondo, opzione che andrebbe ad appesantir­e il nostro bilancio in spesa corrente».

La risposta del collettivo, che negli anni ha provato a trovare una soluzione concordata con l’amministra­zione, anche attraverso un tavolo di confronto avviato un anno fa per la regolarizz­azione del centro sociale, non è conciliant­e: «In un momento in cui la repression­e fascista percorre l’Europa e Salvini controlla le questure — scrivono — il più importante governo di sinistra rimasto in Italia, che fa dell’innovazion­e sociale e culturale il suo cavallo di battaglia, pensa di sgomberare e privatizza­re uno dei più significat­ivi luoghi di sperimenta­zione della città: siete Politicame­nte Defunti».

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Gli spazi L’ex macello di viale Molise, sede di Macao. A destra le occupazion­i alla Torre Galfa (sopra) e a Palazzo Citterio
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