«Così si ferma la corruzione»
Il pm Fusco: le linee guida possono incidere positivamente nell’acquisto di forniture
«Quando si verificano certi fatti vuol dire che i controlli non hanno funzionato, ma le iniziative della Regione sono positive». Il procuratore Eugenio Fusco parla della corruzione nella sanità.
Ora Procuratore aggiunto (guida il dipartimento Frodi e tutela dei consumatori, reati informatici), da Sostituto Eugenio Fusco ha seguito le inchieste sulle forniture ad alcuni ospedali, come quella che ha portato l’imprenditore Tommaso Brenicci a patteggiare 3 anni per corruzione. Dottor Fusco, la Regione ha varato linee guida per arginare l’acquisto di forniture «infungibili», prodotti di specifiche ditte che, a insindacabile giudizio dei medici, non possono essere sostituiti da altri nell’interesse del paziente. Cosa ne pensa?
«Dalle nostre indagini è emerso che effettiavemnte alcune aziende cercano di individuare negli ospedali medici disposti ad usare i loro prodotti. A volte capita che i medici siano anche gli ideatori di prodotti innovativi realizzati dalle stesse ditte che li commercializzano. Specie in questi ultimi casi, i medici sono incentivati a dichiarare la infungibilità. Così il prodotto può essere acquistato dall’azienda sanitaria senza gara d’appalto. Il tema è capire se davvero quei prodotti siano o meno insostituibili».
Le indagini dimostrano che i medici ci guadagnano.
«In alcuni casi si è riscontrata una retrocessione ai medici di una percentuale tra il 5 e il 10% di quanto ricavato dall’imprenditore. Altre volte hanno ottenuto consulenze fittizie, contratti di lavoro per parenti, la partecipazione retribuita a congressi, in questo caso senza che l’azienda sanitaria ne fosse informata. Sono queste tutte forme di retribuzione occulta che fidelizzano il medico permettendo all’imprenditore di fare forti guadagni. Abbiamo anche verificato un accentuato interventismo da parte dei chirurghi che spesso, anche se non sempre, è dettato da ragioni economiche».
Questo accade perché i controlli sono insufficienti?
«Quando si verificano certi fatti vuol dire che i controlli non hanno funzionato perfettamente».
Come giudica la sanità lombarda in termini di impermeabilità alla corruzione?
«La sanità assorbe la parte preminente del bilancio regionale ed è chiaro che diventa un fronte di attacco della corruzione. Se ci basiamo su quello che vediamo noi, che è la patologia, è chiaro che l’organizzazione appare con qualche deficit. È ancora in fase di rodaggio la funzione del responsabile dell’anticorruzione nelle pubbliche amministrazioni e quindi anche nelle aziende sanitarie. È auspicabile che questa figura di prevenzione si riveli in futuro maggiormente efficace» Situazione così negativa? «Devo dire che alcuni anticorpi hanno funzionato. Ci sono state denunce che, partire dall’interno dell’ente pubblico, ci hanno permesso di avviare le nostre inchieste».
Cosa ne pensa delle linee guida regionali sulla infungibilità?
«Le conosco appena. È certo che il tema meritava di essere affrontato. Mi pare che il provvedimento della Regione vada nel senso giusto».
È sufficiente?
«È difficile dirlo. Intanto perché, come ci insegna l’esperienza, questo genere di linee guida va valutato dinamicamente, quando cioè è in funzione. Solo allora si riesce a capire se contengono sufficienti contromisure rispetto alle possibili forme di elusione. Di sicuro, però, l’intervento incide su un nervo scoperto».
Prevenzione «Dobbiamo ancora capire il ruolo effettivo del responsabile dell’Anticorruzione»