Tariffe sociali La protesta di duecento musulmani
Lodi
bay è centrafricano, ha tre figli nati a Lodi e solo per farli mangiare in mensa come tutti gli altri bambini deve spendere 16,50 euro al giorno. Se il Comune gli riconoscesse le agevolazioni pagherebbe un quarto. «Ogni mese sono 363 euro — dice —, poi ho l’affitto, le spese, le bollette: siamo in cinque e col mio solo lavoro di operaio». È una delle storie emerse ieri pomeriggio sotto i portici del Broletto, quando un corteo di circa 200 dimostranti legati all’associazione islamica Al Rahma si è presentato sulla scalinata del Comune per chiedere il ritiro del regolamento che impone agli extra Ue di fornire certificazioni di «non possesso di beni mobili o immobili nei paesi d’origine», pena l’esclusione dalle tariffe minime sui servizi come nido, mensa, scuolabus. Soldi che tanti non possono pagare: di qui la clamorosa decisione di 120 famiglie di non mandare i figli a scuola. Sciopero che molti sono intenzionati a continuare. Il colorato corteo — madri in hijab con bambini al seguito e cartelloni disegnati a mano — per due ore ha invocato «parità di condizioni» al sindaco leghista Sara Casanova. Tra loro l’imam della comunità lodigiana, Anwar Mohamed: «Ho due figli al nido, nel giro di un anno sono passato da 4 euro al giorno a 11, senza motivo». Paradossale la situazione del connazionale Omar Eli Naggar, cittadino italiano come i tre figli: «Ma mia moglie non lo è e per questo paghiamo il massimo». Una «battaglia per la civiltà e l’uguaglianza», l’ha definita al microfono il portavoce di Al Rahma Abdelrahman El Said, supportato dai consiglieri comunali Stefano Caserini (110&Lodi) e Simonetta Pozzoli (Pd). Il sindaco ha ricevuto una delegazione di manifestanti, dicendosi disponibile a valutare alcune domande singole. «Ma il regolamento non si tocca», chiarisce l’assessore ai servizi sociali Sueellen Belloni. E dalla Lega arrivano condanne alla comunità islamica: «Gravissimo che entri in politica — sottolinea l’assessore regionale al territorio Pietro Foroni —, è una normativa che si applica indistintamente a tutti i cittadini extra Ue».