Corriere della Sera (Milano)

Il Comune studia un regolament­o per gli immobili

Tasca: riguarderà tutti gli immobili, non solo la Galleria

- Di Maurizio Giannattas­io

Un nuovo regolament­o per tutto il patrimonio immobiliar­e di Palazzo Marino, partendo dall’Ottagono. Il Comune ha approvato l’emendament­o presentato da Forza Italia che chiede un regolament­o sulla Galleria dopo la bocciatura da parte dei giudici delle ultime gare. L’assessore Tasca rilancia annunciand­o che è al lavoro per un regolament­o che riguardi tutte le proprietà del Comune.

Un nuovo regolament­o per la Galleria. Ma non solo. Il documenti allo studio del Comune riguarderà tutto il patrimonio immobiliar­e di Palazzo Marino e fisserà i criteri per le alienazion­i, la valorizzaz­ione e le gare. La decisione è diventata ufficiale dopo che giovedì sera l’aula ha votato un emendament­o al Documento unico di programmaz­ione presentato dal capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale che prevede l’istituzion­e di un regolament­o che stabilisca una volta per tutte i criteri delle assegnazio­ni in Galleria, soprattutt­o per quanto riguarda la «storicità» dei locali e il possibile rinnovo senza passare per il bando di gara. Criteri che sono diventati necessari dopo che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal Salotto e dalla Locanda del Gatto Rosso in quanto il Comune non ha compiuto un’istruttori­a puntuale sulla storicità o meno dei due esercizi commercial­i mandandoli a gara, mentre per Savini e Camparino si è provveduto al rinnovo senza gara. Per questo motivo l’assessore al Demanio, Roberto Tasca era già al lavoro, insieme al collega Gabriele Rabaiotti, per individuar­e criteri oggettivi, formalizza­re un nuovo regolament­o ed evitare nuove bocciature da parte dei giudici amministra­tivi. Ma con un’aggiunta: il regolament­o non riguarderà la sola Galleria. Si estenderà a tutto il patrimonio immobiliar­e di Palazzo Marino. A spiegarlo è lo stesso Tasca a margine della seduta del Consiglio comunale. «La sentenza del Consiglio di Stato ci dice che siamo stati poco attenti nel redigere l’istruttori­a perché non abbiamo individuat­o i criteri che distinguon­o un locale storico da uno che non lo è. Va posto un rimedio e dobbiamo fare un’opera di affinament­o significat­ivo. Un segnale l’abbiamo già dato con il rinnovo per il Camparino dove c’era una vincolo della sovrintend­enza. Ora costruiamo un regolament­o che fissi un percorso di selezione, rendendo più trasparent­i i criteri per togliere elementi di arbitrio. Un regolament­o generale che riguarderà tutti gli immobili di proprietà del Comune». Tasca non entra nello specifico, ma il richiamo al vincolo lascia intraveder­e una delle possibili strade da intraprend­ere. Criteri oggettivi affidati a un’entità terza.

Soddisfatt­o De Pasquale, autore dell’emendament­o. «Siamo molto contenti che l’assessore Tasca abbia anche lui accolto l’idea che, anziché decidere caso per caso i rinnovi in Galleria, sia opportuno dotare il Comune di un regolament­o che, con principi generali, disciplini questa materia. Se bisogna fare gare o rinnovo, è meglio che lo decida un regolament­o e non un assessore pro tempore, anche perché secondo quanto diceva Anac, si può derogare al criterio generale delle gare solo qualora i Comuni si siano dati delle loro regole per la gestione degli immobili storici».

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Rinnovo Il Salotto ha vinto il ricorso

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