Chiude la cartoleria che ha un secolo di vita
La titolare: «Soffocati dall’e-commerce»
C’è chi, varcata la porta d’ingresso, dice di ritrovare il profumo della propria infanzia. Un bouquet speciale fatto di colla, carta, cera per mobili. Un profumo che si accompagna alla vista dei grandi scaffali di noce a tutta altezza dove per 110 anni hanno trovato posto faldoni, quaderni, cartelle, scatole di ogni dimensione. Qui, alla cartoleria Vismara di via dei Mille a Monza, dal 1908 gli studi professionali ordinano faldoni, schedari, carta e biglietti per ogni occasione; generazioni di scolari hanno acquistato la prima cartella, hanno scelto con cura astucci, diari, penne e quaderni nei primi giorni di scuola.
Ora è quasi certo che questo inizio di anno scolastico sarà l’ultima occasione per ritrovare un po’ il sapore di un tempo, per far riaffiorare i ricordi di scuola di tante generazioni. La conferma di un’imminente chiusura è un cartello affisso sulle vetrine che annuncia la vendita del negozio, 110 metri quadri oltre al magazzino. L’altra conferma sono gli scaffali che da qualche tempo sono sempre più vuoti. «Resterò al mio posto fino a quando non sarà venduto l’immobile — spiega Cristina Ricci da trent’anni dietro al banco di vendita —. Il mio desiderio più grande è che la tradizione della cartoleria prosegua, che dopo di me possa arrivare qualcuno con più forze, voglia di investire, ma anche la sensibilità di conservare questi mobili e quest’atmosfera che tutti i clienti riconoscono speciale». In questi giorni in via dei Mille è un via vai di persone che entrano, si informano, chiedono di fare qualcosa per non veder sparire l’ennesimo negozio storico. Ad accoglierle c’è la titolare che ha messo da parte una laurea in Filosofia per dedicarsi alla cartoleria di famiglia di cui ripercorre con passione la storia. «Ad aprire il punto vendita di via dei Mille è stato Peppino Vismara, noto industriale monzese titolare della cartiera di San Cesario in Emilia — racconta Ricci —. Allora si chiamava cartoleria “Vismara e Gariboldi” e vendeva molti dei prodotti della cartiera. Nel 1917 la ragione sociale divenne “cartoleria Fratelli Vismara” e quindi passò a Giovanna, figlia di Peppino e mia suocera». Ai prodotti della cartiera si affiancarono tutte le forniture per la scuola e generazioni di monzesi sono passate da quelle cinque vetrine con le cornici in noce e le antine di vetro smerigliato per scegliere la propria cartella, i primi quaderni, inchiostri e pennini. Hanno poi accompagnato figli e nipoti per zaini, penne, evidenziatori, perché la cartoleria, uguale da sempre, ha registrato ogni cambiamento dei tempi e delle mode. Nel cassetto dei ricordi c’è una foto del 1949 con i tre commessi davanti alle vetrine: quella principale era un tripudio di croci di ogni dimensione, regali per le prime comunioni. «È un’immagine che mi è stata donata — spiega la titolare — proprio da Cesare, uno dei commessi più giovani ritratti nella foto».
I clienti più anziani non dimenticano Ernestina, arrivata in negozio a 15 anni e rimasta alla cassa fino a quasi ottant’anni. «Oggi portare avanti un’attività commerciale è sempre più difficile, l’online ci sta uccidendo. A Natale si vende ancora bene, ma per Cresime e Comunioni — domanda — c’è ancora qualcuno che regale carta da lettere e album dei ricordi?».
La difficoltà tra i negozi in città è anche nei numeri forniti dalla Camera di Commercio e nelle tante vetrine sfitte anche sulle vie pedonali: nel 2015 erano 88 le cessioni di attività, lo scorso anno sono state 108 e sono già 50 nei primi mesi del 2018.
Dietro il bancone
«Resterò al mio posto fino a quando non sarà venduto l’immobile, ma è una sofferenza»