La Scala tra nomine, date e strategie
Pereira verso la proroga senza selezioni. Occhi puntati sul futuro del direttore Chailly
Le stagioni future si programmano in questi mesi, come la squadra. Entro Natale una società di head-hunters presenterà una rosa di possibili nuovi sovrintendenti. Per un triennio, il nuovo vertice sarà affiancato da quello attuale, Alexander Pereira, che non dovrà passare alcuna selezione. Ma gli occhi sono puntati al 2022, quando scadrà anche l’incarico del direttore musicale Chailly.
per il 2021-22, anno al termine del quale scadrà anche Riccardo Chailly come direttore musicale. Ecco a cosa servono i tre anni di affiancamento! Quando i cacciatori presenteranno le prede, a inizio 2019 il Cda potrà prorogare il contratto di Pereira sino alla fine del 2022, in coincidenza con quello di Chailly. Con tante grazie per i risultati raggiunti, ma insieme decidendo di procedere dal 2023 con un sovrintendente più giovane (anche l’ex Lissner non sarà rinnovato all’Opera di Parigi per limiti di età).
Ma chi cacceranno i cacciatori nella savana della lirica? Questo safari appare un modo per scaricare le responsabilità sui «cacciatori anonimi»; non migliore era stata l’idea del bando pubblico lanciata da Pisapia. I nomi sono quelli di Carlo Fourtes e Fortunato Ortombina tra gli italiani (che sono i preferiti) e quelli dei sovrintendenti di Lione (Serge Dorny) e Vienna (Dominique Meyer) tra gli stranieri. Un outsider, forse sostenuto dal sindaco, potrebbe essere il direttore di Sky classica Piero Maranghi. Dalla scelta dipenderanno le decisioni e futuro di Chailly dopo il 2022.
Giochi fatti, allora? Quasi, poiché su questo scenario gravano incognite. Intanto su questa decisione il Consiglio è diviso. Lo Statuto faceva scadere sovrintendente e Cda nella stessa data(2020): la proroga a Pereira li disallineerebbe. Inoltre c’è un convitato di pietra: il nuovo ministro Alberto Bonisoli. L’orientamento dei due rappresentanti dello Stato in Cda (Francesco Micheli e Margherita Zambon) peserà in queste decisioni; ma i due non sono stati scelti da lui, bensì dal precedente ministro Franceschini.