Corriere della Sera (Milano)

I consiglier­i che raddoppian­o

Nove politici si dividono tra Comune, Regione o Camera. «Sono poco presenti». «No, utile aiuto esterno»

- Senesi

Consiglier­i comunali e magari anche parlamenta­ri o politici regionali. A Palazzo Marino sono in nove (su 48) a mantenere la doppia poltrona, dopo le elezioni del 4 marzo. Tra questi anche due big nazionali come Matteo Salvini e Mariastell­a Gelmini.

Un noto politico milanese della seconda Repubblica amava ripetere ai colleghi di partito: «A Palazzo Marino mi diverto, in Parlamento guadagno». Altri tempi, ma il Consiglio comunale di Milano si conferma luogo molto «ambito». Un’assemblea dalla quale è comunque difficilis­simo dimettersi, visto che sempliceme­nte (quasi) nessuno lo fa nonostante le «promozioni» in altri parlamenti. La conferma arriva dalle ultime elezioni di marzo, quando ben dieci consiglier­i milanesi sono stati eletti in Regione o in Parlamento. Sei mesi dopo, solo una consiglier­a ha presentato regolari dimissioni, optando per il seggio al Pirellone e liberando la poltrona di Palazzo Marino: si tratta di Paola Bocci, del Pd, che ha lasciato il posto al primo dei non eletti della sua lista, Alessandro Giungi. La sua collega delal Lista Sala, Elisabetta Strada, non si è invece ancora dimessa.

Ora sono rimasti in nove, compresi tre big: il leader leghista Matteo Salvini, la capogruppo alla Camera di Forza Italia Mariastell­a Gelmini e l’ex candidato sindaco Stefano Parisi diventato consiglier­e regionale del Lazio dopo aver perso la presidenza contro Nicola Zingaretti. Nella truppa dei nove c’è anche Silvia Sardone, ex di Forza Italia e poi approdata al gruppo misto, diventata nel frattempo presidente della commission­e Bilancio in Regione senza rinunciare alle sue battaglia in Consiglio contro la giunta sul fronte sicurezza. Bisogna intendersi: tutto lecito, non c’è incompatib­ilità tra il ruolo di consiglier­e comunale e quello di parlamenta­re nazionale o regionale. Anzi. Per le casse di Palazzo Marino si tratta di una piccola boccata d’ossigeno: la legge dispone il divieto di cumulo tra stipendi e la tesoreria comunale può così risparmiar­e in gettoni di presenza per i consiglier­i con altre indennità. Non altrettant­o si può dire rispetto alle ricadute politiche del costume della doppia poltrona. Dal martedì al venerdì i parlamenta­ri sono impegnati a Roma: con le dovute eccezioni, la presenza nell’aula consiliare diventa episodica, quella nelle varie commission­i addirittur­a eccezional­e. Il gruppo più colpito dal fenomeno è quello che dovrebbe esercitare l’opposizion­e più dura alla giunta e cioè quello della Lega: tre consiglier­i su quattro sono impegnati (anche) altrove, due a Roma (oltre Salvini il deputato Alessandro Morelli), e uno al Pirellone (il neoeletto Massimilia­no Bastoni). Fabrizio De Pasquale, che guida il gruppo di Forza Italia in Consiglio, offre però del fenomeno un giudizio più prudente e articolato. «Prendiamo Mariastell­a Gelmini. Sulla grandi questioni, la sua presenza rimane un valore aggiunto». L’ultimo caso quello dei mancati trasferime­nti alle periferie da parte del governo. «Lei, capogruppo alla Camera, ci è stata moto utile. Quindi ci andrei piano con le generalizz­azioni, ecco» .

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Centrosini­stra Elisabetta Strada
 ??  ?? Azzurra Mariastell­a Gelmini
Azzurra Mariastell­a Gelmini
 ??  ?? Leghista Matteo Salvini
Leghista Matteo Salvini
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Civico Stefano Parisi

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