Euro, franchi svizzeri e orologi di lusso Il tesoro nascosto nella casa popolare
Comasina, denunciato un cinese nullatenente. La pista dell’usura e della mafia orientale
Trovare il «tesoro» non è stato facile. Ma è avvenuto. È servito l’occhio esperto e attento di un carabiniere durante un posto di blocco. Il militare ha notato una busta sospetta nel cassettino del cruscotto. E poi, in questa storia, è servito un altro elemento: la tenacia dei carabinieri della compagnia Duomo, agli ordini del capitano Matteo Martellucci, che per ore hanno dovuto cercare l’abitazione dell’automobilista fermato, il cinese H.Z., 50 anni, ufficialmente disoccupato e nullatenente.
Quando hanno trovato quell’alloggio, gli investigatori sono entrati in un anonimo appartamento in uno stabile popolare di via Val Sabbia, alla Comasina. Immobile ben arredato e in ordine, dove, in cassaforte, sono stati scovati e sequestrati 140 mila euro in banconote di vari tagli, soldi ai quali vanno aggiunti gli altri 13 mila della busta scoperta in macchina, e ancora altra valuta straniera (un centinaio di dollari americani e altrettanti di Hong Kong, ottomila yuan cinesi, quattromila franchi svizzeri) e tre pezzi di alta orologeria del valore di decine di migliaia di euro ciascuno. Sempre marche di gran pregio: Rolex, Bulgari e Audemars Piguet.
Su soldi e orologi sono ora in corso gli accertamenti degli investigatori per cercare di stabilirne la provenienza, visto che l’uomo, all’inizio dell’anno, è stato coinvolto in un’indagine condotta dalla Procura di Firenze su un’organizzazione mafiosa cinese dedita, tra le varie attività criminali, all’usura e alle estorsioni. Il cinquantenne e la moglie convivente sono stati per ora denunciati a piede libero con l’accusa di ricettazione. Tutto nasce da una serie di controlli stradali allestiti dai carabinieri in questo periodo alla Comasina. Servizi particolarmente rinforzati alla luce di quanto successo l’11 settembre in piazza Gasparri, quando sono «volati» dei colpi di pistola, in mezzo ai residenti e ai passanti terrorizzati.
I militari di pattuglia, nel pomeriggio di venerdì, hanno intimato l’alt al cinese. È stato mentre l’uomo rovistava nel vano portaoggetti dell’abitacolo che uno dei carabinieri ha notato una busta con un rigonfiamento sospetto, che il guidatore ha provato a coprire con altre carte. All’interno c’erano infatti 13 mila euro, sui quali il cinese, che manteneva comunque un atteggiamento freddo e compassato, non ha saputo dare alcuna spiegazione. Ma un primo controllo alla banca dati sulle sue generalità ha fatto emergere la recente gravissima vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto. Un’inchiesta della magistratura fiorentina, ribattezzata «China Truck» (con oltre trenta misure cautelari eseguite in tutta Italia), sulle attività della criminalità organizzata cinese, nella quale si ipotizzano i reati di associazione a delinquere, usura, estorsioni, spaccio, sfruttamento della prostituzione. Una «piovra» potente ed estesa, con ramificazioni in tutta Italia, Milano compresa, e in Europa, oltre che «egemone» nel settore degli autotrasporti di merce orientale. I successivi accertamenti su H.Z. hanno fatto scattare la perquisizione al suo domicilio, che l’uomo ha cercato di evitare sviando i militari tra i palazzi «alveare» della Comasina.