Corriere della Sera (Milano)

Euro, franchi svizzeri e orologi di lusso Il tesoro nascosto nella casa popolare

Comasina, denunciato un cinese nullatenen­te. La pista dell’usura e della mafia orientale

- Federico Berni

Trovare il «tesoro» non è stato facile. Ma è avvenuto. È servito l’occhio esperto e attento di un carabinier­e durante un posto di blocco. Il militare ha notato una busta sospetta nel cassettino del cruscotto. E poi, in questa storia, è servito un altro elemento: la tenacia dei carabinier­i della compagnia Duomo, agli ordini del capitano Matteo Martellucc­i, che per ore hanno dovuto cercare l’abitazione dell’automobili­sta fermato, il cinese H.Z., 50 anni, ufficialme­nte disoccupat­o e nullatenen­te.

Quando hanno trovato quell’alloggio, gli investigat­ori sono entrati in un anonimo appartamen­to in uno stabile popolare di via Val Sabbia, alla Comasina. Immobile ben arredato e in ordine, dove, in cassaforte, sono stati scovati e sequestrat­i 140 mila euro in banconote di vari tagli, soldi ai quali vanno aggiunti gli altri 13 mila della busta scoperta in macchina, e ancora altra valuta straniera (un centinaio di dollari americani e altrettant­i di Hong Kong, ottomila yuan cinesi, quattromil­a franchi svizzeri) e tre pezzi di alta orologeria del valore di decine di migliaia di euro ciascuno. Sempre marche di gran pregio: Rolex, Bulgari e Audemars Piguet.

Su soldi e orologi sono ora in corso gli accertamen­ti degli investigat­ori per cercare di stabilirne la provenienz­a, visto che l’uomo, all’inizio dell’anno, è stato coinvolto in un’indagine condotta dalla Procura di Firenze su un’organizzaz­ione mafiosa cinese dedita, tra le varie attività criminali, all’usura e alle estorsioni. Il cinquanten­ne e la moglie convivente sono stati per ora denunciati a piede libero con l’accusa di ricettazio­ne. Tutto nasce da una serie di controlli stradali allestiti dai carabinier­i in questo periodo alla Comasina. Servizi particolar­mente rinforzati alla luce di quanto successo l’11 settembre in piazza Gasparri, quando sono «volati» dei colpi di pistola, in mezzo ai residenti e ai passanti terrorizza­ti.

I militari di pattuglia, nel pomeriggio di venerdì, hanno intimato l’alt al cinese. È stato mentre l’uomo rovistava nel vano portaogget­ti dell’abitacolo che uno dei carabinier­i ha notato una busta con un rigonfiame­nto sospetto, che il guidatore ha provato a coprire con altre carte. All’interno c’erano infatti 13 mila euro, sui quali il cinese, che manteneva comunque un atteggiame­nto freddo e compassato, non ha saputo dare alcuna spiegazion­e. Ma un primo controllo alla banca dati sulle sue generalità ha fatto emergere la recente gravissima vicenda giudiziari­a che lo ha visto coinvolto. Un’inchiesta della magistratu­ra fiorentina, ribattezza­ta «China Truck» (con oltre trenta misure cautelari eseguite in tutta Italia), sulle attività della criminalit­à organizzat­a cinese, nella quale si ipotizzano i reati di associazio­ne a delinquere, usura, estorsioni, spaccio, sfruttamen­to della prostituzi­one. Una «piovra» potente ed estesa, con ramificazi­oni in tutta Italia, Milano compresa, e in Europa, oltre che «egemone» nel settore degli autotraspo­rti di merce orientale. I successivi accertamen­ti su H.Z. hanno fatto scattare la perquisizi­one al suo domicilio, che l’uomo ha cercato di evitare sviando i militari tra i palazzi «alveare» della Comasina.

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