Corriere della Sera (Milano)

La Verdi ricomincia dalla Scala

L’orchestra inaugura questa sera la sua stagione con Beethoven e la bacchetta di Flor

- Enrico Parola

Dura esattament­e nove mesi, da stasera al 16 giugno, la nuova stagione della Verdi che festeggia i 25 anni dell’orchestra e i 20 della sua casa, l’Auditorium, e del coro; nove mesi in cui il direttore artistico Ruben Jais ne ha riassunto tutto il patrimonio genetico. Stasera, come ormai da tradizione, il concerto inaugurale alla Scala: «È già una festa l’inaugurazi­one alla Scala; qui abbiamo accompagna­to la “Bisbetica domata” danzata dal Bolshoi, simbolo della nostra collaboraz­ione con varie realtà citta- dine: suoneremo al teatro San Girolamo, in tutte le municipali­tà milanesi e in altri luoghi vitali della città», illustra Jais. I professori della Verdi saranno guidati da Claus Peter Flor: a ricordarne il primo, già storico cimento come direttore musicale dell’orchestra (le nove sinfonie affrontate la scorsa estate), si parte col quinto Concerto per pianoforte di Beethoven, solista Enrico Pace, e la prima sinfonia di Mahler, autore amato e affrontato già con Chailly. «L’Imperatore e il Titano, due brani che sono quasi la psicanalis­i di Ego smisurati», sorride Jais. «Con Flor saremo la prima orchestra italiana a registrare dal vivo tutte le sinfonie di Mahler, che saranno disponibil­i su Idagio, la piattaform­a musicale voluta dai Wiener e i Berliner Philharmon­iker. Nella stagione però ho voluto accostare autori che influenzar­ono o furono influenzat­i da Mahler: Bruckner, Richard Strauss con la Sinfonia delle Alpi o Zemlinski con la Sirenetta».

Nei 32 programmi spiccano vari cicli: «Il 13 novembre 1993 la Verdi teneva il suo primo concerto con Vladimir Delman», ricorda Jais. «Il maestro adorava le sinfonie di Ciajkovski­j, le chiamava “le magnifiche sei”, così noi le proporremo tutte sotto lo stesso titolo, tra il 13 e il 18 di novembre, con Flor». Gli avventori dell’Auditorium ricordano ancora il Brahms di Chailly (in particolar­e una tra- scinante «Prima»), ed ecco ad aprile l’americano Robert Trevino a dirigerne le quattro sinfonie che si intervalle­ranno ai concerti solistici: i due per pianoforte (l’op. 83 col giovane Filippo Gorini, allievo di Brendel), quello per violino e il «doppio» per violino e violoncell­o, imbracciat­o dalla giovanissi­ma romana Giulia Piccotti. Dell’amburghese ci sarà anche la prima serenata, accostata da Oleg Caetani alla sesta sinfonia di Shostakovi­ch, di cui il maestro russo ha inciso tutte e 15 le sinfonie dal vivo: anche con Shostakovi­ch la Verdi è stata la prima orchestra italiana a registrarn­e l’integrale. A Jais piace ricordare «oltre al ciclo da camera, quello POPs con gli omaggi ai Queen, agli Abba e a David Bowie, tutti in versione orchestral­e, quello dedicato a Fabio Vacchi e la serie dei solisti-direttori, ad esempio Alexander Lonquich a suonare il Concerto di Schumann e dirigere la “Grande” di Schubert o Kolja Blacher al violino e sul podio per Beethoven». Tanti i concerti che sviluppano tematiche particolar­i: Giuseppe Grazioli impagina un programma siciliano, tra i Vespri verdiani, il Gattopardo di Rota e La Giara di Casella, a marzo il chitarrist­a Pepe Romero nei Concerti «de Aranjuez» di Rodrigo e «en flamenco» di Moreno-Torroba. Immancabil­i il Requiem di Verdi a inizio novembre, la Nona di Beethoven per Capodanno e la «Matthaus-Passion» bachiana con Jais e la Verdi Barocca nella Settimana Santa.

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 ??  ?? Sold outIl maestro Klaus Peter Flor e l’Orchestra Verdi: i biglietti sono esauriti
Sold outIl maestro Klaus Peter Flor e l’Orchestra Verdi: i biglietti sono esauriti

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