Prosegue la collaborazione Sui meccanismi l’incognita del ministero
Nei prossimi mesi, in silenzio, si deciderà la Scala degli anni Venti. Lo schema dei giochi parrebbe fatto, con un po’ di messa in scena. Dopo l’ultimo Cda si è saputo che entro Natale una società di headhunters presenterà un carnet di possibili nuovi sovrintendenti. È stata altresì approvata una norma che consente di affiancare, per un triennio, un nuovo sovrintendente a quello uscente. Questo aspetto rende evidente la soluzione dell’enigma.
A contrario di quanto comunicato, il 70enne Pereira non presenterà il suo cv come uno scolaretto ai cacciatori di teste; del resto, viene spontaneo chiedersi se lo farebbero gli Ad che siedono nel Cda se quanto sta avvenendo alla Scala accadesse nelle loro società. Quando i cacciatori presenteranno le loro prede al Cda, Pereira chiederà se rinnoveranno lui o passeranno a uno dei predati la gestione del teatro dal 2020 al 2025. Tuttavia (siamo in Italia) probabilmente non si arriverà a questa decisione.
Mandare via Pereira alla scadenza è quasi impossibile. Quando venne si era creato un buco da sei milioni per l’addio di soci fondatori (anche pubblici, come la Provincia). Il loro contributo era sceso da 22 a 17 milioni; ora è intorno ai 25, più sponsorizzazioni ad-hoc (sebbene cedere sacro palco per averli non è cosa buona). I ricavi dei biglietti sono aumentati, grazie al maggior numero di spettacoli e non ai riempimenti, anche creando una stagione autunnale. Bene Accademia e programmi per bambini; contratto dei lavoratori rinnovato e da anni niente scioperi. Sugli spettacoli le voci non sono univoche, ma forse le migliori stagioni si stanno pianificando adesso