Corriere della Sera (Milano)

Prosegue la collaboraz­ione Sui meccanismi l’incognita del ministero

- di Pierluigi Panza

Nei prossimi mesi, in silenzio, si deciderà la Scala degli anni Venti. Lo schema dei giochi parrebbe fatto, con un po’ di messa in scena. Dopo l’ultimo Cda si è saputo che entro Natale una società di headhunter­s presenterà un carnet di possibili nuovi sovrintend­enti. È stata altresì approvata una norma che consente di affiancare, per un triennio, un nuovo sovrintend­ente a quello uscente. Questo aspetto rende evidente la soluzione dell’enigma.

A contrario di quanto comunicato, il 70enne Pereira non presenterà il suo cv come uno scolaretto ai cacciatori di teste; del resto, viene spontaneo chiedersi se lo farebbero gli Ad che siedono nel Cda se quanto sta avvenendo alla Scala accadesse nelle loro società. Quando i cacciatori presentera­nno le loro prede al Cda, Pereira chiederà se rinnoveran­no lui o passeranno a uno dei predati la gestione del teatro dal 2020 al 2025. Tuttavia (siamo in Italia) probabilme­nte non si arriverà a questa decisione.

Mandare via Pereira alla scadenza è quasi impossibil­e. Quando venne si era creato un buco da sei milioni per l’addio di soci fondatori (anche pubblici, come la Provincia). Il loro contributo era sceso da 22 a 17 milioni; ora è intorno ai 25, più sponsorizz­azioni ad-hoc (sebbene cedere sacro palco per averli non è cosa buona). I ricavi dei biglietti sono aumentati, grazie al maggior numero di spettacoli e non ai riempiment­i, anche creando una stagione autunnale. Bene Accademia e programmi per bambini; contratto dei lavoratori rinnovato e da anni niente scioperi. Sugli spettacoli le voci non sono univoche, ma forse le migliori stagioni si stanno pianifican­do adesso

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