Decreto dignità, in bilico 680 posti
De Pasquale (FI): colpito il settore pubblico non solo i privati. I dipendenti grillini: assurdo, le aziende ci regolarizzino I casi di Amsa, Milano Ristorazione e Airport Handling. Cgil attacca. M5S: la legge non c’entra
Sono quasi settecento i precari a rischio rinnovo nelle società partecipate dal Comune. Il fenomeno sembra assumere dimensioni maggiori rispetto ai numeri denunciati dai sindacati. Ai 280 contratti a rischio, divisi tra Amsa e Milano Ristorazione, bisogna aggiungere i 400 lavoratori con contratto a termine alle dipendenze di Airport Handling, la società di assistenza a terra partecipata da Sea.
Sono quasi settecento i precari a rischio rinnovo nelle società partecipate dal Comune. Effetti perversi del decreto dignità di agosto, denunciano sia alcuni sindacalisti sia il centrodestra a Palazzo Marino.
Il fenomeno sembra in ogni caso assumere dimensioni maggiori rispetto ai numeri denunciati dagli stessi sindacati settimana scorsa. Ai 280 contratti a rischio, divisi tra Amsa e Milano Ristorazione, «bisogna aggiungere i 400 lavoratori con contratto a termine alle dipendenze di Airport handling», la società di assistenza a terra negli scali milanesi partecipata da Sea (la maggioranza è stata di recente acquisita dagli emiri di Dnata). Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, ha convocato per domani la Commissione sul controllo della partecipate, di cui è presidente, proprio per discutere del rischio di un effetto boomerang del decreto del governo Conte. «Bisogna tutelare questi 700 lavoratori a rischio. Ci sono delle trattative sindacali in corso che speriamo vadano a buon fine. Il problema è che alcune di queste società partecipate hanno picchi di lavoro legati alla stagionalità e la cosa che le mette più in difficoltà è di non poter assumere lavoratori a tempo determinato. Questo sciagurato decreto spinge le società a fare sempre solo un contratto col divieto di superare i 24 mesi, oltre all’obbligo della causale». La commissione di Palazzo Marino proverà allora a intervenire «per raddrizzare le storture più macroscopiche». Come? «In due modi. Intanto provando a ottenere delle deroghe territoriali,perché una citta come Milano ha esigenze specifiche, legate a settori stagionali come il turismo. E poi bisogna che il Comune dia apertamente indicazione alle sue partecipate di non lasciare a casa nessun lavoratore attualmente in organico». «Il decreto dignità — conclude De Pasquale— crea questi problemi non al solito presunto capitalista privato senza scrupoli, ma a società a partecipazione pubblica o controllate dal Comune stesso».
Qualche preoccupazione era nata durante l’estate anche per alcuni posti di lavoro in Comune. Racconta l’assessore al Lavoro di Palazzo Marino, Cristina Tajani: «Eravamo preoccupati; ci eravamo posti il problema per gli 80 lavoratori degli uffici dell’anagrafe che avevano superato i 24 mesi contrattuali. Abbiamo chiesto ragguagli al ministero che ci ha rassicurati sul fatto che la pubblica amministrazione è esclusa dall’applicazione del decreto, e stiamo quindi procedendo al rinnovo dei contratti».
Intanto, a proposito di lavoro e societa partecipate dal Comune, è da segnalare la lettera aperta di tre ex dipendenti Amsa, e vicini del Movimento cinque stelle, che denunciano il trattamento subito dall’azienda. «Riteniamo assurdo che una società che gode di fama mondiale, grazie anche ai risultati ottenuti in occasione dell’Expo 2015 e che chiude i propri bilanci in attivo, non possa permettersi di regolarizzare le centinaia di precari che pur contribuiscono, da anni e quotidianamente, a questo ottimo risultato. L’occasione del dibattito pubblico sul recente decreto dignità dovrebbe essere sfruttata come occasione per intervenire positivamente anche su queste situazioni».
Il dibattito e le polemiche De Pasquale (Forza Italia): colpito il settore pubblico, non i privati Lettera dei dipendenti grillini: assurdo che le aziende non regolarizzino