Milano-Cortina 2026, parte la sfida
Nuova alleanza senza Torino, ecco il logo della candidatura. Sala: schema che può funzionare
Ci sarebbe già l’accordo sul nome: Milano-Cortina 2026. È stata sufficiente una telefonata tra il sindaco Sala e il sindaco di Cortina, Ghedina con la benedizione del governatore veneto Zaia per mettere fine a un tormentone durato mesi. Le due città e le due Regioni ci provano. Oggi l’assessore allo Sport, Roberta Guaineri, sarà a Losanna con la delegazione del Coni per spingere sulla candidatura.
Più che una disciplina invernale è sembrata un’esibizione di nuoto sincronizzato. Il sottosegretario Giorgetti boccia le Olimpiadi a tre punte. Nessun sostegno del governo, «la proposta è morta qui». Giorgetti non ha ancora terminato la sua informativa al Senato che arriva la nota congiunta dei governatori leghisti Fontana e Zaia: «Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto». Quasi in tempo reale su Twitter arriva l’endorsement di Beppe Sala: «La proposta di Zaia e Fontana sulle Olimpiadi 2026 merita un rapido approfondimento. La mia posizione è nota, ma questa soluzione può funzionare».
La notizia arriva in agenzia alle 15. Alle 15 e 18, c’è il sì condizionato di Giorgetti: «Se Lombardia e Veneto vogliono andare insieme, se ne faranno carico loro anche in termini di oneri. In caso di candidatura tridente il governo avrebbe messo le garanzie, in questo caso non ci saranno ma dovranno fornirle loro. Se poi anche Torino volesse... deciderà il Coni». Arriva anche la benedizione del grande capo, Matteo Salvini: «Peccato perdere un’occasione così. Se i fondi li trovano loro, e se la spesa è limitata, perché no a Olimpiadi organizzate da Veneto e Lombardia? L’importante è che l’Italia torni ad essere protagonista».
Il Piano B ha preso forma. Così tanto che nel giro di poche ore si è risolto uno dei nodi che ha portato al naufragio la candidatura tripartita. La richiesta di Milano di vedere valorizzato il suo nome. Una telefonata tra Sala e il sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina, mette fine al tormentone. Il Tutte le notizie di cronaca e gli aggiornamenti in tempo reale sul sito Internet del «Corriere» milano. corriere.it nome c’è: Milano-Cortina 2026. E ci sarebbe anche il via libera del governatore veneto Zaia. L’accelerazione è arrivata lunedì dopo le parole del sottosegretario grillino Valente. I telefoni diventano roventi. Il sindaco Sala è in contatto con il governatore Attilio Fontana e con Zaia che funge da trait d’union con il sottosegretario Giorgetti. Ieri mattina il sindaco e Giorgetti si sono parlati. Parte l’operazione per cercare di salvare il salvabile rovesciando le trappole messe in campo dal Movimento Cinque Stelle. L’operazione prende piede con tutte le difficoltà del caso. La conferma arriva dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, che in serata ha incontrato Giorgetti. Oggi il Coni si recherà a Losanna accompagnato dall’assessore allo Sport, Roberta Guaineri e dal vicesindaco di Cortina, Luigi Alverà. Malagò per forza di cose usa estrema prudenza visto il terremoto politico che si è creato: «L’intenzione di Lombardia e Veneto è stata molto forte. Se ci sono le condizioni andremo avanti. Non so se loro si sentono di proseguire anche senza le garanzie del governo. Nel nostro Paese
non è mai successo. Ottimista? Lo sono per natura, vedremo che succederà».
In realtà il Coni sta già lavorando sulla ripartizione delle gare. Quello che era di Torino passa a Milano e Cortina. Il Piano B prevede che il pattinaggio veloce su ghiaccio traslochi dalla capitale sabauda per arrivare a Milano. Sarà ospitato nel futuro PalaItalia a Santa Giulia, struttura che verrà realizzata grazie ai fondi dei privati. Lo sci alpino (slalom) lascia Sestriere per trovare ospitalità a Cortina. L’hockey, prima diviso tra Torino (maschile) e Milano (femminile), viene riunito tutto al Palasharp milanese. Il curling, previsto nel dossier originale a Milano, si trasferisce invece a Cortina per evitare l’affollarsi di sport sul ghiaccio. Torino a questo punto perde anche il villaggio olimpico di Sestriere, il mediacenter e i centri per le premiazioni che verranno ripartiti secondo le varie necessità. Infine c’è il problema delle risorse. Il governo in caso di candidatura condivisa aveva assicurato 380 milioni di euro che si andavano ad aggiungere ai 925 milioni di dollari del Cio. Le due candidate, compreso le Regioni dovrebbero mettere 180 milioni a testa nel giro di 7 anni, pari a 27 milioni all’anno. Ce la faranno? La strada è impervia.
Le reazioni
Salvini: l’importante è che l’Italia torni ad essere protagonista Malagò: sono ottimista