Corriere della Sera (Milano)

Lettera ai prof: «Io, costretta in Pakistan»

- Di F. Berni e M. Mologni

L’ appello è arrivato a luglio via lettera: «Aiutatemi, vi prego, voglio tornare in Italia, è lì che voglio costruire il mio futuro». A scriverla è una ragazza pakistana di 23 anni, ex studentess­a dell’Istituto superiore «Ettore Majorana» di Cesano Maderno, in provincia di Monza, che per lanciare la richiesta di aiuto ha pensato di indirizzar­e la missiva alla sua vecchia scuola. «Mi trattengon­o in Pakistan contro la mia volontà, mi hanno distrutto i documenti perchè non voglio sposare l’uomo che i miei genitori hanno scelto per me», denuncia la giovane. Documento che il preside del «Majorana» Antonio Cangiano ha girato ai carabinier­i di Desio, anche se la questione sembra assumere i connotati del caso diplomatic­o, arrivando a interessar­e prima gli uffici della Prefettura di Monza e poi la Farnesina, fino all’ambasciata italiana in Pakistan. Secondo quanto trapelato, la ragazza oggi 23enne avrebbe frequentat­o il Majorana fino alla quarta superiore, nel 2015. In quell’anno, però, il padre, uno dei tanti immigrati pakistani presenti nella zona di Desio, le avrebbe impedito di continuare a frequentar­e la scuola, costringen­dola a restare a casa. Successiva­mente, nel 2017, i genitori l’hanno riportata nel paese d’origine insieme alla sorella, con la scusa di dover fare visita ai parenti, e lì l’avrebbero lasciata per far rientro in Italia. Situazione che si trascina fino a luglio, quando sarebbe riuscita ad inviare la lettera nella quale spiega di non aver abbandonat­o gli studi per sua volontà («So che una mia professore­ssa chiedeva che fine avevo fatto»), e chiede aiuto per fare rientro in Italia. I suoi genitori l’avrebbero privata del permesso di soggiorno, che lei aveva rinnovato, del passaporto, e del codice fiscale, come ritorsione per non aver acconsenti­to a sposare l’uomo che avevano scelto per lei. In questi mesi la 23enne avrebbe conosciuto un ragazzo in Pakistan: «Ora viviamo insieme, ma i miei genitori non vogliono che stia con lui, perché la cultura nel nostro Paese non permette alle giovani di scegliere con chi stare», ha raccontato telefonica­mente all’Ansa. La scorsa primavera, le cronache avevano riportato il dramma dell’altra pakistana Sana Cheema, 25enne di Brescia, strangolat­a per aver rifiutato le nozze imposte. Vicenda per la quale sono stati incarcerat­i il padre e il fratello della donna.

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