Giochi, Milano spinge il dossier bis
L’ok della Valtellina: siamo pronti. Caccia alle risorse private, assist delle imprese: «Un’opportunità» Al Cio la candidatura con Cortina. Sala: Lombardia e Veneto hanno un Pil più alto della Svezia
«Si fa il primo passo. Noi ci siamo». Parte l’avventura olimpica di MilanoCortina 2026 e il sindaco Sala dà la sua benedizione. Ieri il Coni si è presentato a Losanna assieme a Milano e Cortina per presentare il masterplan. Adesso si lavorerà a un dossier congiunto. Sulle risorse Sala è tranquillo: «Vediamo se il governo cambierà idea. Lombardia e Veneto hanno un Pil più alto della Svezia».
«Si fa il primo passo. Noi ci siamo». Parte l’avventura olimpica di Milano-Cortina 2026 e il sindaco Beppe Sala dà la sua benedizione. Come vada a finire è ancora tutto da definire, ma ieri è stata posata la prima pietra. Il Coni si è presentato a Losanna nella sede del Cio insieme all’assessore allo Sport, Roberta Guaineri, e al vicesindaco di Cortina, Luigi Alverà. Nove ore in cui i due amministratori hanno spiegato il progetto delle due città e risposto alle osservazioni dei commissari olimpici. A sorpresa si è presentato anche il presidente del Cio, Thomas Bach. Adesso si lavorerà alla realizzazione di un dossier congiunto in vista del 3 ottobre quando l’esecutivo del Cio che esamina i documenti preparati dalla direzione candidature Giochi olimpici proporrà alla sessione del Cio — a Buenos Aires l’8 e il 9 ottobre — le città che da quel momento potranno fregiarsi di «città candidata» ufficialmente. La scelta finale arriverà nella successiva sessione del Cio che si terrà proprio a Milano a settembre dell’anno prossimo. In corsa oltre Milano-Cortina ci sono Calgary, Stoccolma ed Erzurum.
Il sindaco Beppe Sala ci crede. «Se ci portiamo a casa la designazione a settembre dell’anno prossimo, vedremo se il governo potrà cambiare idea. Io mi auguro che il governo ci ripensi perché in 7 anni tante cose possono cambiare. Se portiamo a casa la designazione, magari il governo potrebbe anche cambiare idea». Una risposta arriva dal vicepremier Matteo Salvini: «Se qualcuno per problemi politici si ritira e penso a Torino è dovere degli enti locali e del governo sostenere chi non lo fa». Di parere nettamente opposto i 5 Stelle che chiedono di non tirare fuori un euro per i Giochi. Ma anche Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e uomo di fiducia di Salvini, sbarra la strada a interventi del governo: «Se Lombardia e Veneto, trovano investitori privati e non ci mette niente il governo, facciano».
Sala non sembra preoccuparsi più di tanto e rilancia.
Il Cio chiede garanzie sui fondi, se non lo fa il governo lo fanno le Regioni: il Pil di Lombardia e Veneto è piu alto del Pil della Svezia o dell’Austria
Giuseppe Sala sindaco di Milano
«Il Cio chiede che qualcuno garantisca che ci siano i fondi, se non lo fa il governo lo fanno le due regioni. Ricordo che il Pil di Lombardia e Veneto è piu alto del Pil della Svezia o dell’Austria. Qui ci sono aziende che possono sponsorizzare e enti che amministrano bene i soldi. Io dico partiamo, poi ci sono sette anni per trovare le soluzioni». Per entrare in partita servono i 380 milioni che Milano, Cortina, Lombardia e Veneto devono trovare per supplire alla mancanza di fondi governativi. «È curioso che se eravamo in tre lo Stato metteva le garanzie e in due non le mette più — dice il governatore Attilio Fontana — Credo che come regioni si possano garantire le coperture e poi trovare privati come sponsor».
Resta ancora aperta la questione Torino. Sia il presidente del Coni, Giovanni Malagò sia il presidente del Veneto, Luca Zaia, insistono perché il capoluogo sabaudo ci ripensi, mentre non si placano gli attacchi dei 5 Stelle in particolare nei confronti di Sala accusato di aver fatto saltare i Giochi, quando in realtà è stata la sindaca Appendino ad opporsi alla candidatura tripartita. «Non è stata una decisione quella di escludere Torino — dice Sala — Non so se rientrerà nella partita ma dal mio punto di vista rimane come condizione quella che ho sempre posto, cioè che Milano sia prima nel nome. Non c’è stata nessuna trappola politica. Non darei questa lettura politica, mi pare che sia stata un’iniziativa più di concretezza che di disegno politico».
È curioso che se eravamo in tre lo Stato metteva le garanzie e in due non le mette più: possiamo trovare noi le coperture e poi trovare sponsor privati
Attilio Fontana presidente della Regione
A Losanna
Alla riunione con la delegazione del Coni ha partecipato anche il presidente Bach
Un peccato il passo indietro di Torino, ma la formula resta forte: il mondo delle imprese del terziario, come già accaduto per Expo, farà la sua parte
Marco Barbieri segretario generale Confcommercio