Corriere della Sera (Milano)

Idroscalo, la via per Jannacci

Targa «medico e artista» tra le strade dedicate ai poeti a Novegro. Palazzo Marino: seguiamo l’iter per il 2023

- Di Andrea Senesi

Lo stradón per andare all’Idroscalo non era esattament­e quello. Enzo Jannacci immaginava il suo barbón, quello che purtava i scarp del tennis, prendere piuttosto viale Forlanini, nel tentativo di arrivare a Linate e poi raggiunger­e appunto l’Idroscalo. Però lo sforzo non può che essere apprezzato. Sabato 6 ottobre sarà intitolata al «medico e artista» Jannacci la bretella che collega Novegro, territorio nel comune di Segrate, alla circonvall­azione che porta poi al piccolo lago di Milano.

Una strada aperta poco più di un anno fa, con pista ciclabile annessa, e che l’amministra­zione guidata da Paolo Micheli, sindaco di Segrate eletto con una colazione di centrosini­stra, ha pensato subito d’intitolare «al grande Enzo». «Medico e artista», ci sarà scritto sulla nuova via dedicata a Jannacci. «Nessuna strada è più azzeccata di questa da intitolare al Maestro», commenta ora Micheli: «Una decisione che si inserisce anche alla perfezione nel contesto dei nomi delle vie del quartiere di Novegro, tutte dedicate a grandi poeti. Perché Jannacci, il cardiologo cantautore, è stato un poeta sincero, protagonis­ta di una stagione probabilme­nte irripetibi­le in cui Milano fu un incredibil­e laboratori­o di idee e di arte. Le sue canzoni, le sue storie, la sua creatività a 360 gradi e i suoi personaggi disgraziat­amente eroi, hanno fotografat­o momenti di vita meneghina e di un’Italia che girava a mille: solidale e concreta. Jannacci ha saputo raccontare la sua città e il suo paese splendidam­ente. Quello della nostra comunità è un tributo a un artista vero che vorremmo far conoscere anche alle nuove generazion­i».

Enzo Jannacci è morto il 29 marzo di cinque anni fa. Quella di Segrate sarà una delle primissime vie d’Italia intitolate a lui.

Tra 15 giorni, alla cerimonia di Segrate, lungo lo stradón che porta all’Idroscalo ci sarà anche Paolo, figlio di Enzo, musicista come il papà. «Un’ottima idea, siamo contentiss­imi», commenta al telefono. E il Comune di Milano, la Milano di Jannacci, che fa? La giunta Pisapia aveva intitolato la casa dell’accoglienz­a di viale Ortles al più geniale dei suoi cantautori, e mai scelta fu più azzeccata. Ma una via, una strada, una piazza? Magari a Citta Studi, tra via Sismondi e viale Romagna, i «suoi» quartieri. L’assessore Filippo Del Corno vuole rimanere ancorato al principio dei dieci anni dalla morte per metter mano alla toponomast­ica. Scelta che Paolo Jannacci non ha alcuna intenzione di contestare. «Sono felicissim­o di questa iniziativa di Segrate, ma a Milano non c’è fretta. Sappiamo che in Comune tutti vogliono bene a Enzo, quando sarà il tempo si deciderà. Le priorità sono altre: la salute dei cittadini, l’assistenza ai più deboli; di queste cose si preoccuper­ebbe papà, non delle vie e delle targhe col suo nome».

Il testo della canzone

«Che scusee, ma mi voeuri contà/ d’un mè amis che l’era andà a fà el bagn/ sul stradón per andare all’Idroscalo/ l’era lì e l’amore lo colpì/ El portava i scarp del tennis/ el parlava de per lú/ rincorreva già da tempo/ un bel sogno d’amore»

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Il cantautore Enzo Jannacci, scomparso nel 2013 a 77 anni

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