Idroscalo, la via per Jannacci
Targa «medico e artista» tra le strade dedicate ai poeti a Novegro. Palazzo Marino: seguiamo l’iter per il 2023
Lo stradón per andare all’Idroscalo non era esattamente quello. Enzo Jannacci immaginava il suo barbón, quello che purtava i scarp del tennis, prendere piuttosto viale Forlanini, nel tentativo di arrivare a Linate e poi raggiungere appunto l’Idroscalo. Però lo sforzo non può che essere apprezzato. Sabato 6 ottobre sarà intitolata al «medico e artista» Jannacci la bretella che collega Novegro, territorio nel comune di Segrate, alla circonvallazione che porta poi al piccolo lago di Milano.
Una strada aperta poco più di un anno fa, con pista ciclabile annessa, e che l’amministrazione guidata da Paolo Micheli, sindaco di Segrate eletto con una colazione di centrosinistra, ha pensato subito d’intitolare «al grande Enzo». «Medico e artista», ci sarà scritto sulla nuova via dedicata a Jannacci. «Nessuna strada è più azzeccata di questa da intitolare al Maestro», commenta ora Micheli: «Una decisione che si inserisce anche alla perfezione nel contesto dei nomi delle vie del quartiere di Novegro, tutte dedicate a grandi poeti. Perché Jannacci, il cardiologo cantautore, è stato un poeta sincero, protagonista di una stagione probabilmente irripetibile in cui Milano fu un incredibile laboratorio di idee e di arte. Le sue canzoni, le sue storie, la sua creatività a 360 gradi e i suoi personaggi disgraziatamente eroi, hanno fotografato momenti di vita meneghina e di un’Italia che girava a mille: solidale e concreta. Jannacci ha saputo raccontare la sua città e il suo paese splendidamente. Quello della nostra comunità è un tributo a un artista vero che vorremmo far conoscere anche alle nuove generazioni».
Enzo Jannacci è morto il 29 marzo di cinque anni fa. Quella di Segrate sarà una delle primissime vie d’Italia intitolate a lui.
Tra 15 giorni, alla cerimonia di Segrate, lungo lo stradón che porta all’Idroscalo ci sarà anche Paolo, figlio di Enzo, musicista come il papà. «Un’ottima idea, siamo contentissimi», commenta al telefono. E il Comune di Milano, la Milano di Jannacci, che fa? La giunta Pisapia aveva intitolato la casa dell’accoglienza di viale Ortles al più geniale dei suoi cantautori, e mai scelta fu più azzeccata. Ma una via, una strada, una piazza? Magari a Citta Studi, tra via Sismondi e viale Romagna, i «suoi» quartieri. L’assessore Filippo Del Corno vuole rimanere ancorato al principio dei dieci anni dalla morte per metter mano alla toponomastica. Scelta che Paolo Jannacci non ha alcuna intenzione di contestare. «Sono felicissimo di questa iniziativa di Segrate, ma a Milano non c’è fretta. Sappiamo che in Comune tutti vogliono bene a Enzo, quando sarà il tempo si deciderà. Le priorità sono altre: la salute dei cittadini, l’assistenza ai più deboli; di queste cose si preoccuperebbe papà, non delle vie e delle targhe col suo nome».
Il testo della canzone
«Che scusee, ma mi voeuri contà/ d’un mè amis che l’era andà a fà el bagn/ sul stradón per andare all’Idroscalo/ l’era lì e l’amore lo colpì/ El portava i scarp del tennis/ el parlava de per lú/ rincorreva già da tempo/ un bel sogno d’amore»