Alunno violento La preside: «Caso difficile»
Prosegue lo «sciopero» contro il compagno. La preside: soluzione difficile
Per il secondo giorno
LECCO consecutivo non si sono presentati in classe. Banchi vuoti, insegnante costretta a fare lezione solo a cinque bambini. E sarà così anche oggi. L’incontro nelle ultime ore con la dirigente scolastica non ha dato le risposte sperate e così il singolare «sciopero» messo in atto dai genitori degli alunni di una classe di quarta elementare della primaria di un paese della Brianza Meratese prosegue ad oltranza. Con il ragazzino di dieci anni con gravi problemi comportamentali, all’origine della dura presa di posizione dei genitori degli altri alunni, regolarmente a lezione e i suoi compagni a casa.
«I nostri figli hanno paura. Una situazione di ansia che li attanaglia tutte le volte che entrano a scuola — si sfoga una rappresentante di classe —. Lei non ha idea di quello che stiamo vivendo. Non vorremmo essere etichettati come persone che non vogliono l’inclusione, le abbiamo tentate veramente tutte. Non basta che accanto a questo ragazzino sia sempre presente un adulto, non bastano gli accorgimenti presi fino ad ora. È un problema, che si trascina da tre anni, di incolumità dei nostri bambini e di regolare svolgimento delle lezioni. E questo allo stato attuale non è stato ancora risolto. Vogliamo che i nostri figli possano restare in aula sereni e vogliamo venga garantito loro il diritto allo studio sancito dallo statuto dello studente».
La situazione è particolarmente delicata. Il bimbo, dieci anni, residente in paese, è seguito dalla tutela minori e dai servizi sociali. Fin dalla classe prima ha mostrato segni di particolare aggressività, rendendosi protagonista di episodi di violenza contro insegnanti, bidelli e compagni, costretti a ricorrere in passato alle cure del pronto soccorso. Un ragazzino intelligente, senza alcuna patologia conclamata, vittima a sua volta della complicata vicenda. «Dobbiamo tutelare lui e i suoi compagni e ci stiamo provando in tutti i modi con percorsi dedicati e risposte che non abbiamo mai fatto mancare — spiega la dirigente scolastica dell’istituto —. La madre, che difende il suo bambino, come è normale che sia, è sempre stata collaborativa, venendo incontro a tutte le richieste della scuola e cercando di aiutarci in ogni modo, ma non possiamo certo domandarle di tenere il figlio a casa. D’altro canto i genitori degli altri bambini si sono sempre comportati in modo esemplare e comprensivo. Basti pensare che solo una alunna ha cambiato scuola in questi anni, e semplicemente perché si è trasferita. Adesso però evidentemente sono stanchi. Nel plesso sono presenti undici insegnanti di sostegno e a rotazione c’è sempre un educatore accanto a questo ragazzino durante le lezioni in classe della maestra. Purtroppo non siamo ancora riusciti ad individuare una figura che possa interamente dedicarsi a lui. L’ultimo docente di sostegno ha dato forfait poco dopo l’assegnazione e in queste ore siamo in attesa della risposta di un altro insegnante, che sta valutando se assumere o meno l’incarico».
Intanto ieri mattina il sindaco ha incontrato i vertici dell’azienda che gestisce i servizi sociali e socio sanitari in Brianza. Previsto un nuovo confronto domani sera al quale prenderanno parte anche il dirigente scolastico e i genitori.