Assist delle imprese nello spirito di Expo «È un’opportunità»
Il mondo economico e l’appello sulle risorse: vetrina per il turismo, faremo la nostra parte
In vista del 2026 il mondo delle imprese è pronto a rispolverare lo spirito che ha permesso il successo del semestre universale. La sfida olimpica all’orizzonte affascina, e quello di Expo è il modello da recuperare per centrare l’obiettivo. Le Olimpiadi invernali «sono un’opportunità», concordano tutti: dagli industriali di Assolombarda, a Confcommercio, ai costruttori di Assimpredil-Ance. E nonostante il dossier debba ancora risolvere alcuni nodi — in particolare riguardo alla presenza in squadra, o meno, del governo — e la possibilità di ospitare i Giochi sia una partita ancora tutta da vincere, il mondo produttivo risponde presente agli appelli lanciati dal sindaco Beppe Sala e dal governatore Attilio Fontana.
«Sarebbe un’opportunità sotto ogni punto di vista», prevede Alessandro Spada, vicepresidente vicario di Assolombarda. «Con l’Esposizione universale la città ha dimostrato di saper far collaborare pubblico e privato e di essere in grado di gestire al meglio una manifestazione complessa. Quella è stata una formula che ha funzionato e che va replicata. Sarebbe una scommessa utile a tenere sulla ribalta internazionale la fama di Milano — spiega — in un periodo che, in seguito alla Brexit, offre la possibilità di attrarre nuovi investitori e di intaccare l’egemonia continentale di Londra». Attorno al dossier c’è fiducia, grazie all’esempio di soli tre anni fa. E Diana Bracco, che di quell’esperienza è stata una delle protagoniste guidando la società di gestione, garantisce che la città che proprio con Expo «ha dimostrato di sapere gestire magnificamente un grande evento globale, saprà certamente fare bene». Anche Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio ne è
sicuro: anche se il passo indietro di Torino «è un peccato», la formula a due è comunque «forte».
Una questione fondamentale è capire quale sarà il ruolo dello Stato. Senza le risorse di Roma, Lombardia e Veneto sono in grado di sostenere da sole l’impegno? Per Diana Bracco «sapranno trovare le risorse». Ma su questo punto, in realtà, un po’ tutti sperano in un ripensamento del governo. Perché, come sottolinea Spada, «seppure siano due regioni virtuose, da un evento del genere ne guadagnerebbe tutta l’Italia, quindi mi aspetto che il governo faccia la sua parte». È d’accordo Marco Dettori, presidente dei costruttori di AssimpredilAnce: «Di sicuro il nostro territorio è reattivo e dinamico, ma non saprei dire se questo sia sufficiente. Servirebbe avere certezze sull’aiuto economico da parte del governo». Un aspetto necessario «per dare più forza alla candidatura delle due città. Il mondo delle imprese del terziario — assicura comunque Barbieri — come già accaduto per Expo, farà la sua parte».
In caso di vittoria del dossier italiano, poi, il tasto su cui insistere resta quello battuto con forza finora da Sala: il brand. Per Spada «sarebbe infatti una nuova vetrina per il turismo, un’occasione per far conoscere le bellezze del nostro territorio e per riammodernare la nostra impiantistica sportiva». Il tema lavori pubblici apre però un altro capitolo. Avverte Dettori: «A meno di non voler operare in deroga, auspico che da Milano parta un’analisi per rendere più fluido il complesso di norme sulle opere pubbliche, un labirinto che rischia di allungare a dismisura i tempi di realizzazione degli interventi».
Spada Sarebbe una scommessa utile a tenere sulla ribalta internazionale la fama di Milano in una fase cruciale
Bracco Con l’Esposizione del 2015 la città ha dimostrato di sapere gestire magnificamente un evento globale