Corriere della Sera (Milano)

Nuovi treni col contagocce «Qui la metà che ai veneti»

Annunciati 34 convogli in Lombardia. Fontana: Rfi deve investire

- Giampiero Rossi

Nove treni a ottobre. Annunciati dal presidente della Regione Attilio Fontana a fine agosto e dal ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli a metà settembre. Per ora quei convogli — peraltro non nuovi — rappresent­ano l’unico rinforzo immediato alla fragile e usurata flotta di Trenord. L’anno prossimo dovrebbero arrivarne altri 25 e poi, secondo la pagina Facebook del ministro, «via via arriverann­o gli ulteriori mezzi di cui vi diremo più avanti».

Ma nel frattempo, dalle Ferrovie dello Stato sono in partenza verso le altre 19 regioni italiane circa 500 treni. E il raffronto del semplice dato numerico crea interrogat­ivi e polemiche. Al Veneto, infatti, sono stati destinati 78 convogli, al Lazio 65, all’Emilia Romagna 48 e alla Puglia 46. Seguono Sicilia (43), Liguria (43), Toscana (41), Campania (40). E scorrendo la tabella colpiscono anche i 28 della valle d’Aosta. Si tratta di scelte operate quando ancora Fs era sotto la guida di Renato Mazzoncini (nominato dal precedente governo) e frutto dello stallo gestionale di Trenord divisa al 50 per cento tra Trenitalia e Fnm. Ma la questione diventa comunque terreno di scontro politico.

«È evidente che la Regione non ha mai saputo negoziare con Fs un contratto di servizio degno delle esigenze dei pendolari lombardi — attacca Pietro Bussolati, consiglier­e del Pd al Pirellone — e da almeno vent’anni al governo della Regione c’è il centrodest­ra». Dal momento che l’emergenza del trasporto ferroviari­o è stata dichiarata apertament­e, secondo il consiglier­e regionale del Pd «è impensabil­e che questo sia il modo di affrontarl­a». La proposta alternativ­a? «Un piano d’emergenza vero, che coinvolga il governo e sposti verso la Lombardia anche treni già destinati altrove. Poi serve un progetto di lungo periodo, che ancora non si vede».

Il presidente Fontana chiede anche nuove infrastrut­ture «Rfi non investe sul nostro territorio da decine di anni — ha detto intervenen­do a Omnibus su La7 — la Lombardia non può permetters­i di avere infrastrut­ture che vanno alla velocità dell’anno scorso». E intanto per il futuro di Trenord, ufficialme­nte, sul tavolo ci sarebbe la separazion­e da Fs proposta dalla giunta regionale. Ma tutto è tornato in discussion­e dopo la nomina di Gianfranco Battisti al vertice di Fs. Al nuovo ad di Trenord, Marco Piuri, sono stati conferiti maggiori poteri gestionali, ma rimane la suddivisio­ne della società al 50 per cento. E nel frattempo si è creato all’interno di Trenord un equilibrio politico che rispecchia quello del governo nazionale: da una parte Fnm nell’area di influenza leghista, dall’altra Fs sotto l’ala grillina.

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Da rinnovare Manutenzio­ne in carrozza A ottobre dovrebbero arrivare in Lombardia i primi nove convogli per rinforzare la flotta

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