Stretta al gettone per gli assenteisti
Via libera del Consiglio comunale di Monza a una mozione contro i furbetti del gettone di presenza. La proposta, presentata in aula dal consigliere Paolo Piffer della lista Civicamente, che ha scatenato un dibattito dai toni accesi, prevede di legare il riconoscimento del compenso all’effettiva partecipazione ai lavori dell’assemblea. «Non è nei Comuni che la politica dimostra il peggio di sé — spiega Piffer —, vi sembra possibile che un consigliere comunale che si affaccia in aula per soli 30 secondi percepisca lo stesso gettone di presenza di chi invece partecipa alle quattro ore previste?». Nel dettaglio, il testo del documento prevede di limitare il riconoscimento economico di 70 euro lordi (55 netti) solo a chi rimane in aula per almeno 2/3 della seduta. «Mi sembra una proposta di buon senso — aggiunge Piffer —. I cittadini hanno il diritto di sapere se il loro rappresentante è stato in aula 5 minuti o 4 ore, così potranno fare le dovute valutazioni e decidere se riconfermargli la fiducia». La mozione è passata con larga maggioranza. Il difficile sta nel trovare un modo per «tracciare» gli ingressi e le uscite dall’aula dei consiglieri. Compito che è stato demandato a un apposita commissione. La proposta ha fatto andare su tutte le furie il consigliere comunale di Forza Italia, Rosario Adamo. «Tutti i consiglieri sono persone serie che fanno questo lavoro non per i 70 euro, ma perché hanno a cuore il bene della città — commenta Adamo —. Non mi piace questo modo di procedere demagogico e per questo motivo lancio una controproposta: venire in consiglio comunale gratis». Secondo il report presentato pochi giorni fa sull’attività del Consiglio, dal 15 luglio 2017, data di convalida dei consiglieri eletti, al 19 luglio 2018 si sono tenute 46 riunioni e ogni seduta ha comportato un costo medio per il Comune di circa 2.100 euro in gettoni di presenza. «Dobbiamo evitare di affrontare l’argomento in termini populistici — conclude Marco Lamperti del Pd —. Il dibattito è importante e il principio base dal quale dobbiamo partire è che l’attività politica deve essere retribuita. La presenza in aula effettiva è un tema complesso, ma che deve essere discusso».