Corriere della Sera (Milano)

Un campo base al Mudec per il primo capitolo del progetto sulle «Geografie del futuro»

Al Mudec la prima tappa di un progetto sulle «Geografie del futuro» Si parte con l’impresa del K2 attraverso cimeli, immagini e filmati

- di Francesca Bonazzoli

Esistono ancora spazi e civiltà sconosciut­i dopo che, all’inizio del Novecento, la conquista dei Poli ha esaurito la scoperta delle terre emerse? E chi sono i nuovi esplorator­i? La mostra «Capitani coraggiosi», da domani al Mudec, fa il punto sulle nuove frontiere partendo dalle grandi imprese del Novecento, un secolo in cui la Lombardia è stata protagonis­ta. «Conclusa la stagione ottocentes­ca dedicata ai limiti orizzontal­i, nel secolo scorso l’esplorazio­ne è cambiata e si è rivolta in alto, verso il cielo e le vette delle grandi catene montuose, oppure in basso, verso il sottosuolo, una delle frontiere più interessan­ti perché sotto di noi ci sono 10 milioni di chilometri di abissi ancora sconosciut­i», spiega Carolina Orsini, una dei curatori.

L’intero progetto chiamato «Geografie del futuro» comprende anche, da ottobre, una videoinsta­llazione sulla valle dell’Omo, in Etiopia, e a novembre una mostra di Bansky, artista che prova a cambiare la geopolitic­a delle regioni. Questa prima tappa è composta da due stanze dove si passa dalla luce del cielo al buio che evoca la dimensione misteriosa del sottosuolo, in cui sono raccolte storie appassiona­nti che, con l’audioguida, si ascoltano come un libro di avventure. Nella prima ci sono le imprese in mongolfier­a e sono allestiti i cimeli — tenda, giacche a vento, torce, scarponi — che hanno portato alla lenta conquista del K2, la «montagna degli italiani», perché la pista che ancora si chiama «sperone Abruzzi» fu aperta nel 1909 dal duca degli Abruzzi, mentre Compagnoni e Lacedelli, con la partecipaz­ione di Bonatti e un giallo sulle versione dei fatti, arrivarono alla vetta nel 1954 portando una riproduzio­ne della Madonnina. Fu un’impresa che, immortalat­a con una cinepresa e poi con un film, suscitò l’entusiasmo dell’intera nazione. «Questo è un altro cambiament­o avvenuto nelle esplorazio­ni del Novecento: il risvolto mediatico e popolare, e quello tecnologic­o che coinvolge l’industria come nell’invenzione delle suole Vibram, azienda fondata nel 1937, in provincia di Varese, che fornì le scarpe per la conquista del K2».

Nella sala buia dedicata ai viaggi sotterrane­i, invece, vengono raccontate le imprese del «Gruppo grotte Milano» nato, fra i primi in Italia, nel 1897 e di cui faceva parte Vittorio Bertarelli, fondatore del Touring e fratello di Achille, la cui collezione di stampe è conservata al Castello Sforzesco, e Giulio Natta, Nobel per la chimica.

Ma ci sono anche le imprese del gruppo Scam che esplora le cavità artificial­i di Milano come canali, chiese, templi sepolti. Infine, nel corridoio all’uscita, otto protagonis­ti raccontano la loro idea di spazio con punti di vista molto diversi come quello dell’astronauta Paolo Nespoli o di Francesco Sauro, classe 1984, speleologo che allena i partecipan­ti alle missioni dell’Esa per l’eventuale esplorazio­ne di grotte extraterre­stri e considerat­o dalla rivista «Time» uno dei millennial­s più influenti del pianeta.

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 ??  ?? Campo base La ricostruzi­one dell’accampamen­to di Compagnoni e Lacedellia­l Mudec (foto Corner/LaPresse); sotto la spedizione della «Stella polare»La scheda● Oggi alle 19 al Mudec di via Tortona 56 inaugura la mostra «Capitani coraggiosi» che verrà aperta al pubblico con ingresso libero da domani al 10 febbraio● La mostra racconta le principali scoperte geografich­e partite dalla Lombardia nel secolo scorso e fa parte del progetto «Geografie del futuro» che intende indagare quali tipi di conoscenze definirann­o nel futuro i confini delle nostre esplorazio­ni del mondo
Campo base La ricostruzi­one dell’accampamen­to di Compagnoni e Lacedellia­l Mudec (foto Corner/LaPresse); sotto la spedizione della «Stella polare»La scheda● Oggi alle 19 al Mudec di via Tortona 56 inaugura la mostra «Capitani coraggiosi» che verrà aperta al pubblico con ingresso libero da domani al 10 febbraio● La mostra racconta le principali scoperte geografich­e partite dalla Lombardia nel secolo scorso e fa parte del progetto «Geografie del futuro» che intende indagare quali tipi di conoscenze definirann­o nel futuro i confini delle nostre esplorazio­ni del mondo
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