Un campo base al Mudec per il primo capitolo del progetto sulle «Geografie del futuro»
Al Mudec la prima tappa di un progetto sulle «Geografie del futuro» Si parte con l’impresa del K2 attraverso cimeli, immagini e filmati
Esistono ancora spazi e civiltà sconosciuti dopo che, all’inizio del Novecento, la conquista dei Poli ha esaurito la scoperta delle terre emerse? E chi sono i nuovi esploratori? La mostra «Capitani coraggiosi», da domani al Mudec, fa il punto sulle nuove frontiere partendo dalle grandi imprese del Novecento, un secolo in cui la Lombardia è stata protagonista. «Conclusa la stagione ottocentesca dedicata ai limiti orizzontali, nel secolo scorso l’esplorazione è cambiata e si è rivolta in alto, verso il cielo e le vette delle grandi catene montuose, oppure in basso, verso il sottosuolo, una delle frontiere più interessanti perché sotto di noi ci sono 10 milioni di chilometri di abissi ancora sconosciuti», spiega Carolina Orsini, una dei curatori.
L’intero progetto chiamato «Geografie del futuro» comprende anche, da ottobre, una videoinstallazione sulla valle dell’Omo, in Etiopia, e a novembre una mostra di Bansky, artista che prova a cambiare la geopolitica delle regioni. Questa prima tappa è composta da due stanze dove si passa dalla luce del cielo al buio che evoca la dimensione misteriosa del sottosuolo, in cui sono raccolte storie appassionanti che, con l’audioguida, si ascoltano come un libro di avventure. Nella prima ci sono le imprese in mongolfiera e sono allestiti i cimeli — tenda, giacche a vento, torce, scarponi — che hanno portato alla lenta conquista del K2, la «montagna degli italiani», perché la pista che ancora si chiama «sperone Abruzzi» fu aperta nel 1909 dal duca degli Abruzzi, mentre Compagnoni e Lacedelli, con la partecipazione di Bonatti e un giallo sulle versione dei fatti, arrivarono alla vetta nel 1954 portando una riproduzione della Madonnina. Fu un’impresa che, immortalata con una cinepresa e poi con un film, suscitò l’entusiasmo dell’intera nazione. «Questo è un altro cambiamento avvenuto nelle esplorazioni del Novecento: il risvolto mediatico e popolare, e quello tecnologico che coinvolge l’industria come nell’invenzione delle suole Vibram, azienda fondata nel 1937, in provincia di Varese, che fornì le scarpe per la conquista del K2».
Nella sala buia dedicata ai viaggi sotterranei, invece, vengono raccontate le imprese del «Gruppo grotte Milano» nato, fra i primi in Italia, nel 1897 e di cui faceva parte Vittorio Bertarelli, fondatore del Touring e fratello di Achille, la cui collezione di stampe è conservata al Castello Sforzesco, e Giulio Natta, Nobel per la chimica.
Ma ci sono anche le imprese del gruppo Scam che esplora le cavità artificiali di Milano come canali, chiese, templi sepolti. Infine, nel corridoio all’uscita, otto protagonisti raccontano la loro idea di spazio con punti di vista molto diversi come quello dell’astronauta Paolo Nespoli o di Francesco Sauro, classe 1984, speleologo che allena i partecipanti alle missioni dell’Esa per l’eventuale esplorazione di grotte extraterrestri e considerato dalla rivista «Time» uno dei millennials più influenti del pianeta.