Profugo a Milano La favola di David da «Playmore» alla serie A belga
Il riscatto del migrante-calciatore Sow. Era già stato notato al circolo Playmore
Dai campi sterrati della Costa d’Avorio, con una palla tra i piedi scalzi e tanta voglia di correre, alla Serie A under 21 del Kas Eupen belga. È la storia di David Sow, 19 anni, ex profugo, cresta alla Balotelli «per fendere l’aria quando corro», il cui talento è sbocciato sul campetto di via Moscova.
Dai campi sterrati della Costa d’Avorio, con i piedi scalzi e tanta voglia di correre dietro a un pallone, alla Serie A under 21 del Kas Eupen belga. In mezzo Milano-trampolino di lancio, città che lo ha accolto quando era in fuga dall’Africa e ha creduto in lui facendolo allenare in modo sempre più professionale e dandogli la fiducia di potercela fare. David Sow, 19 anni, non racconta volentieri l’inizio della sua storia — la parte difficile — ma ha gli occhi che brillano quando parla di quella attuale. «Sono nel pieno del mio futuro» spiega in un italiano non perfetto. «Sono spaventato e grintoso» continua. Chissà quante volte devono avergliele ripetute i mister, queste parole: «Non essere spaventato», «Sii grintoso». La paura lui ce l’ha dentro da quando era bambino e nella terribile guerra civile ha perso amici e parenti. Non l’ha ancora fugata del tutto, ci fa i conti ogni giorno. Anche adesso: «È tutto un sogno, temo che la fortuna se ne andrà via» dice con un filo di voce. Ma in realtà non è fortuna, è bravura, e lui se la tiene salda tra le mani, o meglio tra i piedi, quei piedi che i suoi allenatori oggi definiscono portentosi. David Sow, cresta alla Balotelli «per fendere l’aria quando corro», è una promessa del calcio, secondo chi di quel campo se ne intende.
David nasce nel 1999 in un paesino poverissimo della Costa
La favola e i timori d’Avorio, vede scoppiare la guerra civile e tra mille sofferenze nel 2016 decide di scappare via mare. Arriva a Milano, ma da qui fugge ancora in Svizzera. Il suo è un destino: il primo giorno, mentre gioca in un campetto, viene notato dagli allenatori del Friburgo e chiamato in squadra. Finché, una mattina la polizia lo rispedisce in Italia, perché era privo di documenti.
Viene accolto in una comunità per minori stranieri non accompagnati della cooperativa Fuoriluoghi. Studia l’italiano, fa un tirocinio come lavapiatti, ottiene un permesso di soggiorno temporaneo e viene inserito nel programma Playmore United di via della Moscova, un progetto sportivo di integrazione proposto ai ragazzi ospiti dei centri di accoglienza. «Ci siamo accorti subito che era un fuoriclasse» ricorda il responsabile Lorenzo Tomai. Da lì lo segnalano al Calvairate, squadra che gioca in Eccellenza, ottiene un permesso di soggiorno temporaneo, quando compie 18 anni passa allo Sprar e inizia a lavorare in un ristorante. «A gennaio ho sentito dire che chiudevano i centri Sprar, ho avuto paura di nuovo, sono ripartito per il Belgio». Lì non aveva contatti, solo molti sogni: «Come si dice in italiano…? Faccia di tolla? Ecco, sono andato direttamente allo Standard Liegi, Serie A, e ho chiesto di fare un provino», racconta via Skype. Lo prendono per uno stage, dopo un po’ un talent scout lo nota mentre si allena e gli propone un contratto meno provvisorio, in Serie C. David accetta.
Passano pochi mesi, prima dell’estate lo acquista il Kas Eupen. Gioca in Serie A, under 21, da centrocampista. Lo chiamano «il mago dell’assist» serve sul vassoio d’argento i gol ai compagni di squadra. «Ogni mattina viene a Liegi una macchina a prendermi e mi porta a Eupen, ormai so anche il tedesco, oltre al francese e all’italiano — dice con un certo orgoglio —. Mi alleno sul campo e quando torno vado a correre lungo il fiume». Ha ricevuto una proposta per la prima squadra serie A. «Credo che presto cambio di nuovo». Poi taglia corto: «Vado a correre sul fiume». E saluta via Skype.
Fuga per la vittoria Partito dalla Costa d’Avorio è transitato dai centri accoglienza «Sprar» milanesi
Non voglio parlare del mio passato difficile Ora vivo un sogno anche se ho paura che prima o poi finirà