Corriere della Sera (Milano)

Profugo a Milano La favola di David da «Playmore» alla serie A belga

Il riscatto del migrante-calciatore Sow. Era già stato notato al circolo Playmore

- di Elisabetta Andreis

Dai campi sterrati della Costa d’Avorio, con una palla tra i piedi scalzi e tanta voglia di correre, alla Serie A under 21 del Kas Eupen belga. È la storia di David Sow, 19 anni, ex profugo, cresta alla Balotelli «per fendere l’aria quando corro», il cui talento è sbocciato sul campetto di via Moscova.

Dai campi sterrati della Costa d’Avorio, con i piedi scalzi e tanta voglia di correre dietro a un pallone, alla Serie A under 21 del Kas Eupen belga. In mezzo Milano-trampolino di lancio, città che lo ha accolto quando era in fuga dall’Africa e ha creduto in lui facendolo allenare in modo sempre più profession­ale e dandogli la fiducia di potercela fare. David Sow, 19 anni, non racconta volentieri l’inizio della sua storia — la parte difficile — ma ha gli occhi che brillano quando parla di quella attuale. «Sono nel pieno del mio futuro» spiega in un italiano non perfetto. «Sono spaventato e grintoso» continua. Chissà quante volte devono avergliele ripetute i mister, queste parole: «Non essere spaventato», «Sii grintoso». La paura lui ce l’ha dentro da quando era bambino e nella terribile guerra civile ha perso amici e parenti. Non l’ha ancora fugata del tutto, ci fa i conti ogni giorno. Anche adesso: «È tutto un sogno, temo che la fortuna se ne andrà via» dice con un filo di voce. Ma in realtà non è fortuna, è bravura, e lui se la tiene salda tra le mani, o meglio tra i piedi, quei piedi che i suoi allenatori oggi definiscon­o portentosi. David Sow, cresta alla Balotelli «per fendere l’aria quando corro», è una promessa del calcio, secondo chi di quel campo se ne intende.

David nasce nel 1999 in un paesino poverissim­o della Costa

La favola e i timori d’Avorio, vede scoppiare la guerra civile e tra mille sofferenze nel 2016 decide di scappare via mare. Arriva a Milano, ma da qui fugge ancora in Svizzera. Il suo è un destino: il primo giorno, mentre gioca in un campetto, viene notato dagli allenatori del Friburgo e chiamato in squadra. Finché, una mattina la polizia lo rispedisce in Italia, perché era privo di documenti.

Viene accolto in una comunità per minori stranieri non accompagna­ti della cooperativ­a Fuoriluogh­i. Studia l’italiano, fa un tirocinio come lavapiatti, ottiene un permesso di soggiorno temporaneo e viene inserito nel programma Playmore United di via della Moscova, un progetto sportivo di integrazio­ne proposto ai ragazzi ospiti dei centri di accoglienz­a. «Ci siamo accorti subito che era un fuoriclass­e» ricorda il responsabi­le Lorenzo Tomai. Da lì lo segnalano al Calvairate, squadra che gioca in Eccellenza, ottiene un permesso di soggiorno temporaneo, quando compie 18 anni passa allo Sprar e inizia a lavorare in un ristorante. «A gennaio ho sentito dire che chiudevano i centri Sprar, ho avuto paura di nuovo, sono ripartito per il Belgio». Lì non aveva contatti, solo molti sogni: «Come si dice in italiano…? Faccia di tolla? Ecco, sono andato direttamen­te allo Standard Liegi, Serie A, e ho chiesto di fare un provino», racconta via Skype. Lo prendono per uno stage, dopo un po’ un talent scout lo nota mentre si allena e gli propone un contratto meno provvisori­o, in Serie C. David accetta.

Passano pochi mesi, prima dell’estate lo acquista il Kas Eupen. Gioca in Serie A, under 21, da centrocamp­ista. Lo chiamano «il mago dell’assist» serve sul vassoio d’argento i gol ai compagni di squadra. «Ogni mattina viene a Liegi una macchina a prendermi e mi porta a Eupen, ormai so anche il tedesco, oltre al francese e all’italiano — dice con un certo orgoglio —. Mi alleno sul campo e quando torno vado a correre lungo il fiume». Ha ricevuto una proposta per la prima squadra serie A. «Credo che presto cambio di nuovo». Poi taglia corto: «Vado a correre sul fiume». E saluta via Skype.

Fuga per la vittoria Partito dalla Costa d’Avorio è transitato dai centri accoglienz­a «Sprar» milanesi

Non voglio parlare del mio passato difficile Ora vivo un sogno anche se ho paura che prima o poi finirà

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In allenament­o David Sow, 19 anni, giocatore under 21 del Kas Eupen nella Serie A belga
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Allenament­o David Sow, 19 anni, ha iniziato a giocare a calcio in Costa d’Avorio. Nel 2016 è scappato dall’Africa e ha raggiunto l’Italia via mare. A Milano è stato accolto in una comunità per minori stranieri non accompagna­ti della cooperativ­a Fuoriluogh­i ed è stato inserito nel programma Playmore United di via Moscova. Poi il salto e la serie A belga
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(a sinistra) La trafilaDa via Moscovaal Kas Eupen in Belgio

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