Il mondo al cinema tra dibattiti e movida
Al via la manifestazione: la famiglia tema chiave. Salvatores: al lavoro per la mia città
Alla ventitreesima edizione, al via oggi, il Milano Film Festival acquista un nuovo direttore artistico, Gabriele Salvatores, che si affianca a Alessandro Beretta. «È una questione di età», ha dichiarato il regista di «Mediterraneo». «Forse è arrivato il momento non solo di fare film ma anche di occuparsi un pochino della città che mi ha cresciuto e mi ha permesso di fare questo lavoro. E poi, come diceva Miles Davis: se non vuoi invecchiare, lavora sempre con gente più giovane di te». Cambia sede anche il cuore del festival. Gli spazi per incontrare i registi, bere birra e ascoltare i Dj set si spostano nella trendissima piazza XXV aprile, tra il nuovo Anteo Palazzo del Cinema da una parte e corso Como dall’altra. «La sfida del Festival», dicono gli organizzatori, «è quella di rallentare il traffico e incuriosire gli ignari passanti» — magari indirizzati a qualche apericena — e portarli al cinema. A disputarsi il premio sono otto film inediti in Italia. Tema ricorrente, forse a sorpresa, è quello della famiglia, in tutte le sue declinazioni: allargata, disfunzionale, metafora di una nazione. Si va dal kibbutz israeliano («The Dive» di Yona Rozenkier) all’Uganda («The Mercy of the Jungle» di Joël Karekezi) al Vietnam («The Third Wife» di vietnamita Ash Mayfai). I pezzi da novanta sono nella sezione «The Ousiders», con due prime di grande impatto. «The Image Book» dell’ottantasettenne Jean-Luc Godard (il 5 alle 20 allo Spazio Oberdan), è un collage di immagini sull’Europa e la violenza. «Climax» di Gaspar Noé (il 3 alle 22 all’Anteo), premiato alla Quinzaine a Cannes, è forse il film più accessibile di un regista sempre provocatorio: un horror sui generis, una cerimonia dionisiaca a ritmo di disco-music, da vedere su grande schermo per la sua forza trascinante.
Inaugurata l’anno scorso al Base, si conferma la Sala Lounge con il programma Ultra Reality dedicato alla realtà
In sala virtuale: sedici «esperienze» (termine che forse è meglio preferire a quello tradizionale di film) provenienti da tutto il mondo, tra documentario e animazione, manga, squali e opere d’arte da vivere dall’interno.
Molti gli incontri. Appena eletto portabandiera dell’Italia agli Oscar per il miglior film straniero, Matteo Garrone incontra il pubblico allo Spazio Oberdan per dialogare con lo scrittore Antonio Scurati: lunedì ottobre alle 20. Tanti anche gli appuntamenti di rilevanza milanese. Giovedì «A spasso tra cinema scomparsi»: partenza dall’ex cinema Orchidea alle 18.30 e conclusione all’Anteo, passando per i fantasmi del Brera dell’Obraz. Sempre giovedì, allo Spazio Oberdan alle 20, il direttore della fotografia Lamberto Caimi, classe 1930, ritira il premio «Grazie Maestro!». Segue la proiezione di «Il posto» di Ermanno Olmi.
Non solo cinema Titoli impegnati nel programma, musica e aperitivi. Il nuovo cuore è piazza XXV Aprile