Corriere della Sera (Milano)

LA SCUOLA UN ETERNO POLLAIO

- Di Giuseppe Bertagna

In un Paese normale, la situazione del Marignoni Polo descritta ieri sarebbe non solo inaccettab­ile, ma impensabil­e. Come è possibile, infatti, per di più in un profession­ale dove si raccolgono, purtroppo, studenti persuasi dalle scuole precedenti di essere inadatti agli studi, non avere un dirigente titolare tra i migliori esistenti? Come è possibile una I classe di 34 studenti di cui 30 non italofoni? Oppure una II classe di 30 studenti con 4 disabili e una V di 28 con 3? E magari senza sostegno? O con sostegno solo formale, cioè non con docenti specializz­ati, che abbiano scelto questo servizio come il campo di propria maggiore realizzazi­one umana e profession­ale? Evidenteme­nte non siamo un Paese normale. E lo dimostriam­o, va riconosciu­to, ogni giorno. Non c’è dubbio: ad horas, l’ex Provvedito­rato (che ha cambiato nome ma non abitudini e funzioni) «provvederà», appunto, premuto da giornali e sindacati ed autorizzat­o dal «superiore Ministero», ad aumentare il numero delle classi e a diminuirvi il numero medio di studenti. Purtroppo, però, questa non è la soluzione, ma la continuazi­one del problema. Con l’amministra­zione centralist­ica che abbiamo e con l’impianto organizzat­ivo che la contraddis­tingue, ogni anno ciò che sarà risolto in un profession­ale si presenterà moltiplica­to in un altro. Perché, ad esempio, nei Cfp regionali, che pure hanno un’utenza analoga, queste cose non accadono? Solo perché non sono statali e godono di un’autonomia maggiore?

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