Corriere della Sera (Milano)

Computer incrocia filmati e volti: scovato rapinatore

Incastrato un 39enne che aveva svaligiato tre negozi

- di Federico Berni

Sul monitor degli agenti della polizia scientific­a viaggiano in parallelo il fotogramma di un video che inquadra il volto di un uomo e una serie di immagini segnaletic­he a fianco. Ci è voluto un tempo di risposta variabile tra i dieci e i venti secondi, per far apparire sullo schermo una lista di sospettati. Il resto, per arrivare alla cattura del malvivente, lo fanno le attività investigat­ive classiche. Ma gli investigat­ori, pur non potendo certo prescinder­e dal fiuto e dalla profession­alità, hanno un’arma in più: il Sari, acronimo che sta per «Sistema automatico riconoscim­ento immagini».

Uno strumento all’avanguardi­a, introdotto a luglio di quest’anno, che permette, attraverso l’inquadratu­ra del volto, di risalire al possibile autore di un crimine, e che ha colpito per la prima volta in città nei giorni scorsi, con l’esecuzione di una misura cautelare in carcere nei confronti di M.D., rapinatore seriale di farmacie, presunto responsabi­le di tre colpi avvenuti a breve distanza in zona Villa San Giovanni.

L’uomo, 39 anni, pregiudica­to, entrava in azione a volto scoperto, seguendo il copione classico delle rapine «mordi e fuggi», commesse prevalente­mente ai danni di farmacie e piccoli supermarke­t. Prima l’ingresso nel negozio, poi la richiesta minacciosa al farmacista dietro al bancone di consegnare i contanti, con la mano in tasca a fingere (forse) di avere un’arma. Azione ripetuta, secondo le accuse, il 2, il 3 e il 19 settembre, nelle farmacie di via Toselli, Atene e Palmanova. Gli agenti della sesta sezione della Squadra Mobile, diretti da Massimilia­no Mazzali, hanno raccolto i filmati dell’impianto di videosorve­glianza, cercando di isolare al meglio l’immagine del viso del malvivente. A questo punto è entrato in gioco il Sari, e il lavoro della polizia scientific­a. Il sistema si basa, infatti, su un software capace di elaborare le riprese catturate dalle telecamere di sicurezza, e di confrontar­le con i volti dei soggetti schedati dalle forze dell’ordine (un elenco di circa 16 milioni di cosiddetti «cartellini» inseriti in un’apposita banca dati). Concluso il procedimen­to, il Sari restituisc­e un elenco di fotografie, ordinate secondo la percentual­e di somiglianz­a e corredate dalle informazio­ni personali (nomi, indirizzi conosciuti, trascorsi penali), tra le quali potrebbe esserci quella del soggetto ricercato. È in questo modo che il Sari, con il trentanove­nne M.D., vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, ha fatto centro. Nella sua abitazione di Pioltello, sono stati trovati i pantaloni grigi e le scarpe sportive utilizzate durante le rapine.

Un’operazione definita dalla responsabi­le della polizia scientific­a Angela Lauretta come «un mix tra innovazion­e e attività investigat­iva tradiziona­le». Il Sari va ad aggiungers­i ad un altro strumento tecnologic­o ormai consolidat­o, il software «Key crime», che però lavora solo sugli elementi di serialità dei comportame­nti criminali. «La qualità delle immagini aiuta — ha aggiunto Lauretta — ma anche in caso di bassa definizion­e delle stesse non è esclusa la possibilit­à di provare con successo il riconoscim­ento facciale».

Nel caso non venga individuat­a alcuna corrispond­enza, invece, l’immagine inserita nel Sari resta comunque memorizzat­a per individuar­e, eventualme­nte, delle corrispond­enze. Grazie all’applicazio­ne di questa nuovo tecnologia, agli inizi di settembre, i poliziotti della questura di Brescia sono arrivati alla cattura di due ladri georgiani, indagati di furto in appartamen­to: il primo successo in Italia messo a segno dal Sari.

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 ??  ?? Analisi digitali M. D., 39 anni, ha colpito tra il 2 e il 19 settembre. A sinistra nel «Sistema automatico riconoscim­ento immagini» (Sari)
Analisi digitali M. D., 39 anni, ha colpito tra il 2 e il 19 settembre. A sinistra nel «Sistema automatico riconoscim­ento immagini» (Sari)

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