«Lo studio va smontato» Il pasticcio dell’ex chiesa con gli architetti volanti
San Paolo Converso, la Soprintendenza rimuove gli uffici sospesi L’edificio è sconsacrato per il Catasto, ma al Comune non risulta
Chiesa sconsacrata. Anzi no: la sconsacrazione non risulta. Il pasticcio si riferisce alla chiesa San Paolo Converso, corso Italia, nel cuore della città. Lì dentro nel 2014 gli architetti di Cls avevano «costruito» il loro studio, tra le volte del soffitto e gli affreschi antichi: una imponente struttura di vetro e ferro su quattro piani, con settanta postazioni di lavoro. Ebbene, hanno dovuto smontarla tutta all’improvviso. «Ci hanno colto di sorpresa, è dispiaciuto molto a tutti noi», ammette Massimiliano Locatelli, uno dei quattro soci. Cos’è successo?
La storia inizia alla fine dello scorso anno: lo studio, che con l’associazione culturale Converso organizza esposizioni, allestisce la performance dell’artista americano di origini pachistane Asad Raza trasformando l’atrio della chiesa in un campo da tennis indoor con tanto di sfide su suolo arancio. L’installazione fa clamore, anche all’estero.
«Qualcuno deve averla presa come provocazione e ha chiamato la polizia, sono arrivati uomini in divisa, controlli a tappeto». A quel punto salta fuori l’inghippo che nessuno si attende: «Inaspettatamente si è scoperto che al Catasto la chiesa era registrata come ufficio, ma in Comune ancora come chiesa. In sostanza a Palazzo Marino non risultava la sconsacrazione che invece risale addirittura al 1808», dice Locatelli. Per le irregolarità emerse in Comune l’imperativo è stato netto: smontare integralmente la struttura. E così è stato fatto, anche se parecchi mesi dopo. Adesso le scrivanie sono posizionate tutte a livello terra.
In questo tempo lo studio ha cercato una sede alternativa: si trasferirà in un prestigioso palazzo di via Corridoni, all’altezza del Giardino delle fanciulle. «Teniamo anche San Paolo Converso però, per le attività culturali di Converso. Siamo molto legati a questo luogo — precisa Locatelli —. Da quando siamo arrivati abbiamo fatto manutenzione ordinaria e straordinaria agli affreschi e allestito la piazzetta antistante, affittata a noi, con panche e wi-fi per tutti». Milano è piena di chiese sconsacrate, adibite nei modi più vari: da San Sisto a Santa Maria degli Angioli in corso Garibaldi a Santi Simone e Giuda in via Correnti. Del resto l’utilizzo degli edifici di culto abbandonati e significativi dal punto di vista artistico è cruciale: sono tanti, non si possono dimenticare. San Paolo Converso nel 1808 venne relegata a magazzino fino a quando, negli anni ‘60, divenne una sala per concerti di musica sacra e poi di incisione. Lì registrarono anche Mina e la Callas. Nel tempo fu abbandonata di nuovo e affittata sporadicamente per eventi particolari, ludici o di moda o ancora aste dove venivano battuti all’incanto opere e quadri. Nel 2014 i suoi destini furono presi in mano dallo studio Cls.