Corriere della Sera (Milano)

Il ritorno di «Ernani» Dramma dell’onore

Vendetta e amor di patria è il Verdi romantico di «Ernani», assente dall’82 Un allestimen­to classico firmato da Sven Bechtolf

- di Giuseppina Manin a pagina 17

«Il senso dell’onore è il tratto più forte di questo dramma» sostiene SvenEric Bechtolf autore del nuovo allestimen­to dell’«Ernani», da stasera alla Scala con la direzione musicale di Adám Fischer e un ottimo cast verdiano, da Francesco Meli nel ruolo del titolo, a Luca Salsi (Don Carlo) da Ildar Abdrazakov (Don Ruy) a Ailyn Pérez (Elvira). «L’onore come imperativo morale categorico e la vendetta qui vanno di pari passo — riprende il regista —. Vengono prima di tutto, anche dell’amore e della vita».

Era l’epoca degli eroici furori, dei giovani pronti a immolarsi per una bandiera. Come loro anche Verdi trentenne ritiene che all’onore si debba sacrificar­e tutto. Mezzo secolo dopo, ormai ottantenne disincanta­to, farà dire a Falstaff: «L’onore? Una parola. Aria che vola». Ma nel 1844, anno in cui «Ernani» debuttò alla Fenice di Venezia, Verdi era un giovane leone deciso, sulla scia delle polemiche innescate dalla pièce di Victor Hugo, di fare del nobile che diventa bandito per vendicare il padre il vessillo del romanticis­mo.

«L’opera è così legata a quei tempi che attualizza­rla non aveva senso», prosegue Bechtolf, che quel cupo immaginari­o ricrea grazie le scene di Julian Crouch, con cui già aveva firmato l’«Hänsel und Gretel» scaligero. Quello che si vedrà quindi è un allestimen­to tradiziona­le, ma non del tutto. Giocando con la formula del teatro nel teatro, ecco in scena una compagnia di canto che tenta di allestire un «Ernani». «Un modo di abbandonar­si alle passioni e remaestro starne distaccati. E in più l’occasione per proporre uno spettacolo “d’antan” con le scene dipinte, uscite dai laboratori dell’Ansaldo, come i costumi sfarzosi di Kevin Pollard».

Atmosfere appassiona­te e ridondanti che richiedono ai cantanti una gestualità enfatica, ottocentes­ca. «Ci divertiamo molto a cimentarci in una recitazion­e fuori moda, siamo tutti amici e facciamo squadra», sorride Francesco Meli, ormai al suo sesto titolo verdiano alla Scala. «Un privilegio riportare quest’opera al Piermarini dopo 36 anni d’assenza (l’ultima volta nel 1982, direttore Muti)», interviene Salsi, che senza tema si alternerà tra «Ernani» alla Scala e «Macbeth» a Parma. «Stare insieme con amici, il magnifico coro e gli orchestral­i scaligeri per me è toccare il cielo con un dito», assicura la messicana Alyn Pérez. Già sul podio del «Flauto magico» dell’Accademia della Scala, Fischer evoca con il suo primo impatto con Verdi: «Avevo 22 anni, ero venuto in Italia per studiare con il grande Franco Ferrara — ricorda il ungherese che il 10 ottobre inaugurerà anche la stagione sinfonica della Scala con la Creazione di Haydn —. Quando lo sentii suonare al piano l’incipit di Traviata e Otello capii che cosa fosse la musica di Verdi. Un suono speciale che ho ritrovato qui, con i musicisti della Scala». E aggiunge: «Verdi è il mio idolo anche dal punto di vista umano. La sua eredità, l’essere sempre stato dalla parte dei poveri, l’aver lasciato una Casa per i musicisti meno fortunati, è un monito più che mai attuale. In tempi così difficili, ogni artista deve fare la sua parte».

Scala Sul podio Adám Fischer Nel cast Meli, Salsi e Ailyn Pérez

 ??  ??
 ??  ?? Maschere Francesco Meli con la soprano Aylin Pérez (Leonora)
Maschere Francesco Meli con la soprano Aylin Pérez (Leonora)
 ??  ?? Eroe Il tenore verdiano Francesco Meli in un momento dell’opera
Eroe Il tenore verdiano Francesco Meli in un momento dell’opera

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy