Corriere della Sera (Milano)

Svolta sui cronici

LA SANITÀ RIPARTE DALLA BASE

- di Giangiacom­o Schiavi

La voce «clinical manager» la lasciamo agli addetti ai lavori e agli specialist­i della toponomast­ica sanitaria. Quel che conta è che una riforma nata male e proseguita peggio, torna sui binari del buon senso e della praticabil­ità grazie a una correzione di rotta che riporta la gestione del paziente cronico verso il medico di famiglia.

La svolta, anticipata ieri dal Corriere, è importante e mette fine al confuso impasto sulla presa in carico lasciato in eredità dalla giunta Maroni al presidente Fontana: l’affidament­o dei pazienti cronici a una struttura intermedia che la fantasia del marketing aveva ribattezza­to hub, a cavallo tra il medico di base e l’ospedale. Nonostante gli sforzi dell’assessore Gallera, subentrato a riforma già avviata, era evidente fin da subito che l’assistenza ai malati non poteva prescinder­e dai medici di base contro i quali la Regione, invece del dialogo, aveva preferito il braccio di ferro. Ed era chiaro pure che l’hub sarebbe presto diventato un’inutile terza via, scaricando l’assistenza di nuovo sull’ospedale e sui pronto soccorso, trasforman­do i primari in medici di base e i pazienti in pacchetti fissi di prestazion­i predetermi­nate, con quello che il geriatra Carlo Vergani aveva chiamato «l’algoritmo dei bisogni». Nessuno mette in dubbio l’importanza della riforma: in una società che invecchia la gestione del paziente cronico, anziano, con patologie predermina­te, impone un adeguament­o dei sistemi socioassis­tenziali.

È doveroso rafforzare la medicina sul territorio, dicono tutti. Lo fa il Giappone, lo fa il Canada, lo fa la Spagna, lo stabilisco­no le linee guida dell’Organizzaz­ione mondiale della sanità. E questo vuol dire rivalutare il ruolo del medico di famiglia, schiacciat­o oggi tra la burocrazia e il disimpegno clinico, metterlo nelle condizioni di lavorare al meglio, creare sinergie con l’ospedale di riferiment­o, averlo al centro e non ai margini del nuovo sistema. Solo così si può ridurre l’ospedalizz­azione, vero obiettivo della riforma, evitando costi, sprechi e a volte anche cure inutili. La svolta annunciata, in attesa di diventare delibera, è il nuovo punto di partenza per una riforma necessaria. Ma è anche il primo significat­ivo atto della cabina di regia sulla sanità in Regione, dopo l’insediamen­to del direttore generale Luigi Caiazzo. Evitare la deriva e risolvere i problemi è una strategia pratica che può funzionare, nell’interesse di tutti.

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