Corriere della Sera (Milano)

Arriva il ministro, vie chiuse Sala: mai visto, mi dà fastidio La questura: così per Minniti

- Giampiero Rossi

La polemica, a dire il vero l’unica della giornata, scoppia prima ancora che il vertice cominci. La solleva il sindaco Giuseppe Sala, appena messo piede in prefettura: «Vedere Milano e le sue strade bloccate è qualcosa che mi dà molto fastidio, non ho mai visto una situazione del genere. Addirittur­a — dice secco — il divieto di transito perché viene un ministro. Se questa è la situazione attuale ce ne faremo una ragione. Non è certo questo il modello di Milano che voglio io».

In effetti, a colpo d’occhio l’apparato di sicurezza disposto dalla questura per la visita di Matteo Salvini nella sua città è imponente. Il perimetro intorno a corso Monforte è completame­nte isolato da uomini e mezzi delle forze dell’ordine, incroci sigillati tra piazza Tricolore e via San Damiano, autobus deviati, i pedoni fermati. Non era accaduto per i passaggi milanesi di premier, presidenti della Repubblica, capi di Stato stranieri e vertici internazio­nali.

La questura, però, fa sapere che il dispositiv­o (mobilitati 155 uomini in tutto) è lo stesso messo in campo durante l’analoga visita del predecesso­re di Salvini, Marco Minniti. Quel giorno, peraltro, erano previste (e si sono poi svolte) iniziative di protesta, che invece ieri mattina non si sono viste.«La viabilità odierna non è a mia conoscenza e di mia competenza — commenta Matteo Salvini al termine dell’incontro —. Quando giro per l’Italia di solito dormo nelle prefetture ed esco a correre la mattina, senza che i prefetti lo sappiano, senza disturbare nessuno. Sono l’ultimo che vuole creare problemi, però non curo io l’ordine pubblico».

Accanto a lui siede il prefetto Luciana Lamorgese e subito dopo c’è Beppe Sala, che pochi mesi fa si era definito «l’anti-Salvini» e che ora lo ascolta attentamen­te. «L’idea di Milano mia e di Sala è uguale — aggiunge conciliant­e il ministro dell’Interno —: vogliamo che i nostri figli prendano la metropolit­ana possano andare a Rogoredo senza elmetto. Vogliamo una città cosmopolit­a, pulita, ordinata, vivace, in cui tutti rispettano le regole, con l’obiettivo di avere una Milano sempre più bella, ricca e sicura». Il sindaco annuisce, sorride e prende il microfono: «Questa che vuoi una Milano cosmopolit­a me la segno». Controrepl­ica del leader della Lega che si sovrappone: «Intendo una città piena di austriaci, svizzeri, neozelande­si…».

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Off limits Auto blu in corso Monforte. Agli altri mezzi è stato proibito l’ingresso per la presenza del ministro(Lapresse)

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