Rogoredo, pista per mountain bike Appello a Salvini contro lo spaccio
Risanato nuovo pezzo di boschetto. Maran: ora l’ultima spallata
Il messaggio: «Manca solo l’ultima spallata». Il destinatario: il ministro dell’Interno Matteo Salvini. La scadenza temporale per raggiungere l’obiettivo è dicembre. A lanciare l’appello è Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica, nel giorno dell’inaugurazione al «Boschetto della droga» del circuito per mountain bike. A realizzare il percorso i volontari di Italia Nostra, a cui l’area è stata affidata nell’estate 2017 dal Comune con l’obiettivo della riqualificazione e dell’eliminazione dello spaccio. «L’anno scorso il boschetto occupava circa 35 ettari di verde — spiega Maran —. Grazie al prezioso lavoro di Italia Nostra lo spazio occupato dagli spacciatori si è ridotto a cinque ettari». I trenta ettari «in sicurezza» sono il frutto di tante giornate, weekend compresi, di pulizie, erbacce strappate e rifiuti portati via. «Oggi buona parte della superficie è sotto il controllo dell’associazione».
La pista ad anello per mountain bike gira attorno all’ultima fetta rimasta in mano all’illegalità. Perché se sono stati tolti metri quadrati a pusher e tossicodipendenti, l’attività di smercio della droga non è diminuita nel corso degli ultimi mesi, si è solo concentrata. Da qui l’invito al governo. «Venerdì Salvini è venuto a Milano a confrontarsi sulla sicurezza e prendo l’occasione per segnalare che, se c’è la volontà, ci sono tutte le condizioni per chiudere il boschetto entro Natale». Alcune iniziative sono già in corso. In collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana sono stati eretti muri per rendere meno agevoli gli spostamenti degli spacciatori vicino ai binari. Nella stazione della metropolitana di Rogoredo sono aumentate le attività di pulizia di Amsa e il Comune studia di istituire un presidio di sicurezza fisso e di chiudere alla sera alcuni accessi alle banchine. Ma non basta. «Rimangono due punti. La stazione ferroviaria ha bisogno della vigilanza continua della Polfer e si deve passare dai blitz occasionali al controllo costante delle forze dell’ordine nell’area verde». E il rilancio a Salvini. «Tutto è pronto per l’azione finale. Confidiamo nel supporto del ministero degli Interni perché questa è una battaglia che riguarda tutti e non ha colore politico». Tanto più che il quartiere dà segnali positivi, con la ripresa dei cantieri a Santa Giulia per la costruzione di un edificio direzionale, lo Spark One, la consegna della scuola media e tra un anno delle case a Merezzate, l’apertura di un bar, il PostOffice, appena al di fuori della stazione. La voglia di rinascita, insomma, si sente. Oltre alla sicurezza, Maran sottolinea la necessità dell’assistenza e dell’accompagnamento ai tanti tossicodipendenti, alcuni giovanissimi, che frequentano il boschetto. «Bisogna evitare che il problema sia semplicemente spostato da lì a un altro quartiere».