Rfi: nessun pericolo. La Regione: garantire sicurezza
La polemica
Tutto sotto controllo, dicono i responsabili della rete ferroviaria. Così non si può andare avanti, dice la Regione. E così, dopo la scoperta di un altro guasto inquietante sulle strade ferrate lombarde, le tensioni e le polemiche attorno al caso Trenord si arricchiscono di un nuovo capitolo.
Il terreno è delicato, perché il «dettaglio» segnalato venerdì sera da un macchinista — cioè un giunto rotto sui binari tra Carnate-Usmate e Arcore — riporta direttamente al tragico incidente di Pioltello del 25 gennaio scorso. Ma i responsabili di quella tratto, cioè Rfi, fanno sapere che è in corso un’indagine ma usano toni rassicuranti: «Rete Ferroviaria Italiana ha già avviato un’inchiesta interna per verificare se le azioni delle squadre manutentive sono state conformi alle procedure previste — si legge nella nota diffusa ieri —. Tale tratto di rotaia era già oggetto di attenzione da parte delle squadre tecniche, che lo avevano messo sotto osservazione, ritenendo comunque non necessaria la sua sostituzione nell’immediato».
Insomma, era una situazione nota. Ma non abbastanza da evitare l’allarme dell’equipaggio Trenord che venerdì sera, una volta notato il giunto disallineato con l’asse dei binari, ha fermato il treno per poi farlo procedere precauzionalmente a passo d’uomo. Successivamente la circolazione ferroviaria è stata interrotta, i tecnici di Rfi sono intervenuti per riparare il giunto. I convogli dell’azienda ferroviaria regionale circolano in buona parte su rete di competenza Rfi e, a proposito di condizioni di controlli di sicurezza, la società del gruppo Fs fa sapere che «sono state avviate a fine 2014 e nel corso del 2015 l’omologazione e quindi l’installazione di innovativi (unici a livello mondiale) Dispositivi controllo giunto meccanico (Dcgm), nonché di tre traverse speciali per giunti isolanti incollati, nell’ambito degli interventi di potenziamento e adeguamento tecnologico della rete ferroviaria nazionale». La funzione di questi strumenti è quella di «monitorare preventivamente e da remoto gli spostamenti delle due testate della rotaia in corrispondenza dei giunti, in modo da programmare una manutenzione predittiva e quindi eliminare le rotture improvvise». I primi tremila dispositivi sono già in funzione. E nei prossimi mesi, annuncia ancora Rfi, è prevista l’installazione di altri centomila circa, con un investimento economico di oltre 150 milioni di euro.
Ma per la Regione Lombardia (oltre che per la Procura di Monza) il caso non è affatto chiuso. «Il servizio è regolare, non ha subito ripercussioni di alcun tipo, e per fortuna non ci sono state conseguenze per i viaggiatori» è il primo commento di Claudia Maria Terzi, assessore regionale alle Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile. Ma subito dopo aggiunge: «La rottura del giunto avrebbe potuto avere conseguenze gravissime e dimostra, ancora una volta, come in Lombardia siano sempre più necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla rete gestita da Rfi, dunque dalle Ferrovie dello Stato. Ci aspettiamo che Rfi metta in atto quanto prima un piano puntuale per la rapida messa in sicurezza dell’infrastruttura su cui viaggiano i lombardi. Lo ribadiremo durante la prima seduta della cabina di regia che sarà convocata a breve e alla quale parteciperanno i vertici di Rfi, Ferrovienord e Trenord».
Insomma, mentre resta intatta la partnership al 50% con Trenitalia nell’azienda regionale, continuano le schermaglie sullo stallo gestionale, che la giunta guidata da Attilio Fontana attribuisce alle scelte del gruppo Fs. E l’assessore Terzi fa sapere di aver già chiesto al presidente della V commissione consiliare (Territorio e infrastrutture) di convocare Rfi «affinché relazioni sullo stato delle rete in Lombardia».
L’assessore Terzi Per fortuna non ci sono state conseguenze per i viaggiatori, ma servono interventi straordinari