Treni e sicurezza
UN RUMORE DI TROPPO SUI BINARI
«Bisogna saper ascoltare i rumori del treno», dicono i macchinisti, nel descrivere le loro giornate lungo i binari lombardi. Anche all’indomani del nuovo guasto scoperto su una linea Trenord, nei loro racconti non ci sono toni allarmistici ma una lucida descrizione della realtà. Quel giunto spezzato tra Arcore e Carnate, però, non può essere considerato soltanto «un guasto». Dopo la tragedia di Pioltello e dopo una stagione primavera-estate in cui la politica ha speso molte parole (e qualche decisione) sulla qualità del trasporto ferroviario lombardo, quei tredici centimetri di rotaia rotta devono tradursi in un segnale di tempo scaduto. L’azienda ferroviaria regionale ha bisogno di un governo che non offra più spazi ai rimpalli di responsabilità. «La rete dipende da Rfi», ha sottolineato infatti lo stesso presidente della Regione Attilio Fontana dopo la scoperta del guasto di Carnate. È vero. Ma anche lui sa bene che ai pendolari interessa poco sapere a chi fa capo il pezzo di servizio da cui dipendono le loro tribolazioni o la loro sicurezza. E non è bello il modo in cui Rfi (gruppo Fs) ha gestito la riparazione notturna prima di farne segnalazione ufficiale. Poi sono arrivati i comunicati rassicuranti: tutto è sotto controllo. Sarà sicuramente vero. Ma a questo punto il nodo ferroviario è davvero diventato improcrastinabile. Perché oltre al rumore dei treni, bisogna saper ascoltare il silenzio dei pendolari. Prima che diventi a sua volta rumore.