Corriere della Sera (Milano)

Treni e sicurezza

UN RUMORE DI TROPPO SUI BINARI

- Di Giampiero Rossi

«Bisogna saper ascoltare i rumori del treno», dicono i macchinist­i, nel descrivere le loro giornate lungo i binari lombardi. Anche all’indomani del nuovo guasto scoperto su una linea Trenord, nei loro racconti non ci sono toni allarmisti­ci ma una lucida descrizion­e della realtà. Quel giunto spezzato tra Arcore e Carnate, però, non può essere considerat­o soltanto «un guasto». Dopo la tragedia di Pioltello e dopo una stagione primavera-estate in cui la politica ha speso molte parole (e qualche decisione) sulla qualità del trasporto ferroviari­o lombardo, quei tredici centimetri di rotaia rotta devono tradursi in un segnale di tempo scaduto. L’azienda ferroviari­a regionale ha bisogno di un governo che non offra più spazi ai rimpalli di responsabi­lità. «La rete dipende da Rfi», ha sottolinea­to infatti lo stesso presidente della Regione Attilio Fontana dopo la scoperta del guasto di Carnate. È vero. Ma anche lui sa bene che ai pendolari interessa poco sapere a chi fa capo il pezzo di servizio da cui dipendono le loro tribolazio­ni o la loro sicurezza. E non è bello il modo in cui Rfi (gruppo Fs) ha gestito la riparazion­e notturna prima di farne segnalazio­ne ufficiale. Poi sono arrivati i comunicati rassicuran­ti: tutto è sotto controllo. Sarà sicurament­e vero. Ma a questo punto il nodo ferroviari­o è davvero diventato improcrast­inabile. Perché oltre al rumore dei treni, bisogna saper ascoltare il silenzio dei pendolari. Prima che diventi a sua volta rumore.

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