Presidenza e stipendi: altra bufera Ied
Ruolo affidato e ritirato, il cda si aumenta i compensi. Boeri: va commissariato
Un cda convocato all’insaputa di chi doveva convocarlo, la nomina (poi ritirata) di un presidente che a suo tempo era stato licenziato, aumenti abnormi dei compensi dei neoconsiglieri, la richiesta di un rapporto sul pagamento dell’Iva negli ultimi dieci anni e per finire una nuova istanza di commissariamento. Sullo sfondo, i 211 titoli di laurea triennale ritenuti incongruenti dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Nuova bufera sullo Istituto europeo di design e sulla Fondazione Morelli, proprietaria dello Ied. La vicenda ha inizio a fine luglio e prende spunto da un’indagine interna disposta dall’allora presidente dello Ied, Luca di Giacomo (defenestrato subito dopo) e caldeggiata da Stefano Boeri (il presidente della Triennale è coamministratore della Fondazione Morelli, proprietaria dello Ied) per cui ci sarebbero 211 titoli di laurea «incongruenti», ossia non rispetterebbero i dettami del Miur. Nell’analisi svolta dalla società di consulenza incaricata emerge come l’amministratore delegato dell’Istituto di design Riccardo Marzullo abbia contestato al direttore accademico e consigliere della Fondazione Morelli, Riccardo Balbo, le irregolarità: gli studenti che hanno frequentato almeno un anno in una sede non riconosciuta sono stati inseriti nelle liste degli studenti della sede di Milano -— già riconosciuta — facendo figurare che avessero frequentato qui l’intero triennio, dando così loro diritto a ricevere il diploma di laurea triennale. Circa 140 sono stati bloccati dal ministero, mentre ce ne sarebbero alcune decine sfuggite al controllo. Con una duplice conseguenza: oltre cento studenti aspettano da quattro anni di sapere che ne sarà della loro laurea e altri che invece si sono affacciati al mondo del lavoro con un titolo «incongruente».
Il lavoro di Di Giacomo viene subito osteggiato e dà inizio a una nuova serie di faide interne. La prima testa a cadere è quella dello stesso Di Giacomo seguita da quella dell’ad Marzullo. Viene fatto fuori quasi l’intero cda dello Ied e collaboratori storici come Mario Abis e Luca De Biase del Comitato scientifico. L’opera di rimozione prosegue con il licenziamento di Salvatore Amura, responsabile della scuola di Como. Rimosso pure il cda dello Ied con sede in Brasile e qualcuno ipotizza che la stessa sorte toccherà al cda Ied in Spagna. Tutte voci critiche rispetto all’andazzo di Ied. E si arriva a fine agosto, quando con un blitz viene convocato il cda della Fondazione con all’ordine del giorno la nomina del nuovo presidente. Boeri, unico titolato a convocarlo nella sua veste di consigliere anziano, segnala con una email l’illegittimità del cda non ricevendo risposte. «Mi risulta — scrive Boeri alla prefettura — che, pur in mia assenza, il Consiglio sia stato effettivamente tenuto e abbia deliberato la nomina di Balbo a presidente della Fondazione». Boeri parla di «evidente strategia di occupazione “manu militari” della Fondazione e dello Ied». Sempre nell’istanza sottolinea la figura di Balbo: «La nomina quale presidente della Fondazione di Balbo, già direttore accademico dello Ied e a suo tempo licenziato dallo stesso Ied per giusta causa in quanto ritenuto direttamente responsabile delle gravi irregolarità con riferimento al problema del’lattribuzione (mancata o meno) dei diplomi Miur». Conclusione: «Risulta quindi evidente il tentativo per nulla velato di porre tutti i soggetti interessati, ma soprattutto codesta autorità, dinanzi al fatto compiuto anziché attenderne le determinazioni». Da parte sua Balbo preferisce non replicare: «È una questione tra noi e la prefettura». La giustificazione del blitz starebbe nell’urgenza di rispondere all’istanza di commissariamento presentata da Boeri a inizio agosto e nel fatto che lo stallo sulla nomina del presidente della Fondazione durasse troppo tempo e che Balbo fosse stato indicato come presidente nelle volontà testamentarie di Francesco Morelli, fondatore dell’Istituto, scomparso a novembre del 2017.
Il blitz però fallisce probabilmente grazie all’intervento della prefettura e lunedì scorso viene convocato, questa volta regolarmente, un nuovo cda. Per prima cosa Boeri chiede l’annullamento delle delibere dell’ultima riunione. A cascata deriva l’annullamento della nomina a presidente di Balbo. Il nuovo presidente arriverà solo quando sarà composto integralmente il cda della Fondazione. Attualmente manca il membro che deve essere nominato dal Comitato culturale. In compenso, contro il parere di Boeri, il cda della Fondazione decide di aumentare gli emolumenti dei tre consiglieri dello Ied: 140 mila euro netti per sei mesi. Ossia 280 mila euro all’anno. «Una cifra decisamente eccessiva — dice Boeri nel suo intervento — non giustificabile e al di fuori di ogni benchmark di mercato». L’ultima richiesta del presidente della Triennale e riportata a verbale riguarda la richiesta al cda di Ied di fornire «un rapporto esaustivo sulla posizione fiscale complessiva della società e di quelle controllate degli ultimi dieci anni almeno, con particolare riferimento all’Iva». La prossima puntata tra pochi giorni, quando sarà conclusa l’indagine affidata a Price Waterhouse Coopers.